17 agosto 2014
Oggi altro Pueblo Magico, Cholula de Rivadavia, che sorge sul sito che fu della capitale dell’antica civiltà precolombiana dei Mixtechi.
La città di Cholula si compone di due centri urbani: San Pedro Cholula (100.000 abitanti circa) e San Andrés Cholula (circa 50.000 abitanti), solo quest’ultimo Pueblo Magico.
Cholula è famosa per la sua gigantesca piramide, la più grande del mondo. Il suo volume è circa tre volte quello della Piramide di Cheope, nonché la più grande struttura singola mai creata dall’uomo. È alta 66 metri ed ha una Pianta quadrata di 400 metri, per complessivi 4.450.000 metri cubi, impressionante. Sulla sua sommità, dove una volta si trovava il tempio, ora si trova una chiesa cattolica dedicata a Nostra Signora dei Rimedi, che risale al 1594.
Dalla piazza principale di Cholula abbiamo potuto ammirare la Chiesa de los Remedios, la parrocchia di San Andrés Cholula, la chiesa di Santa Maria Tonantzintla, piena di fiori e di frutti in occasione della recente festa dell’Immacolata Concezione. Una sorta dI percorso religioso, che si conclude con la visita alla chiesa di San Francisco Acatepec. Tutti magnifici esemplari d’architettura barocca dei secoli XVI e XVII. Esempi straordinari di conversione degli Indios alla religione ed alla cultura dei conquistatori.
Un caffè con Isabel, responsabile dell’agenzia del turismo e poi via.
Ultima tappa a Puebla, l’African Safari a Valsequillo mi riporta nella natura, agli animali. Un parco di 50 ettari in pieno stile africano vero, dove gli animali sono in libertà e gli uomini in gabbia, o meglio in auto. Una gita tra elefanti, giraffe, rinoceronti, scimmie, impala, orsi, leoni, tigri ed altri animali in gran libertà. Riesco a fotografare da vicino una tigre Bianca del Bengala, assopita, elegante, stilosa oserei dire. Un grande progetto di un signore messicano innamorato dell’Africa e dei suoi animali, un amore pagato con la vita a causa di un incontro troppo ravvicinato con uno dei suoi grandi felini.
È già tempo di lasciare anche Puebla. Alle 14 lascio il mio Holiday Inn di Angelopolis, la miglior wifi del Paese, e mi avvio con Lazaro, Maria Helena e Jakie, direzione Tlaxala. Il più piccolo Stato del Messico situato nella parte centro-meridionale del Paese.
Prima dell’arrivo degli spagnoli il Tlaxcala era uno stato indipendente in continua lotta con gli Aztechi. All’arrivo degli spagnoli i tlaxcaltechi si allearono con questi per combattere contro gli aztechi. Nella conquista di Tenochtitlán le truppe tlaxcalteche furono determinanti. Troppo tardi si resero conto che gli spagnoli sarebbero stati degni successori dei loro ex-nemici e che l’oppressione e il saccheggio non erano finiti. Un tentativo di rivolta da parte del capotribù Xicoténcatl fu affossato in modo sanguinoso.
Restano alcuni monumenti di questo primo periodo coloniale, come il Convento di San Francesco, nel quale è conservato il primo pulpito eretto per la predicazione del vangelo nella Nuova Spagna e il fonte battesimale nel quale, secondo la tradizione, furono battezzati i primi indigeni convertiti. Visitiamo il Convento di San Francesco e la Basilica di Ocotlàn e riviviamo l’importanza di quella stagione storica.
Un languorino allo stomaco e raggiungiamo il ristorante la Tia Yola, un grande coloratissimo ristorante, dedicato al pulche, famoso liquore che si estrae dal Maguey, specialità locale. Consuelo, la titolare, ci racconta il suo desiderio di ritrovare i sapori di un tempo, di mantenere le tradizioni.
Una quesadilla, un guacamole, una zuppa hava, e via.
Visitiamo Plaza de Toro, uno dei luoghi più famosi di tutto il Messico per le sue corride. Stagione ideale per assistervi è autunno inoltrato, quando importanti toreri anche spagnoli sfidano qui possenti tori.
Rientriamo verso il zocalo, il chiostro e poi visita agli splendidi murales che narrano tutta la storia ed alcune leggende di Tlaxcala.
Verso le 19 ci avviamo per un cafecito al locale di maggior tendenza di Tlaxcala, Arte-Sano, un piccolo locale molto accogliente, artistico, aperto giusto da qualche mese. Cesar, il giovanissimo titolare, ci racconta dei suoi studi di gastronomia a Città del Messico, e poi il rientro a Tlaxcala per aprire il locale dei suoi sogni. Una Zia che gli affitta un piccolo spazio fronte strada, già utilizzato come set cinematografico da Maria Felix, un finanziatore, tanto entusiasmo, e la preparazione manuale a vista di pane, pizza, dolci, tutto buonissimo.
È stata una lunga giornata anche oggi, rientro in albergo infreddolita, forse anche dalla stanchezza. Alloggio all’Hotel Posada San Francisco, affacciato sulla piazza principale. È molto messicano, molto bello, sobrio e colorato al tempo stesso. Un indirizzo da tener ben presente qui a Tlaxcala.
Mi merito uno scrub al cioccolato, e poi Morfeo. Domani sveglia alle 5!
(di Patrizia Marin)