I Bianchi toscani stanno recuperando apprezzamento e fama internazionale, di cui già godono ampiamente i fratelli Rossi, riconosciuti come veri capisaldi dell’enologia Made in Italy. Innanzitutto il 2015 per il vino toscano potrebbe passare alla storia come l’anno del grande sorpasso sul Piemonte per quanto riguarda l’export. Nei primi 9 mesi dello scorso anno, infatti, il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 21.9% (media nazionale 5.4%), superando i 646.4 milioni di euro in valore. Trend che, se confermato anche per l’ultimo trimestre dell’anno, porterebbe l’export toscano alla cifra record di 923,4 milioni di euro. A dirlo è l’organismo “Toscana Promozione” alla vigilia del Buy Wine, l’evento che coinvolgerà 200 produttori toscani e circa 250 buyer internazionali provenienti da 36 Paesi, in programma il 12 e 13 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze.
Quello appena concluso è il sesto anno consecutivo di crescita per l’export dei vini toscani che, per la prima volta nella storia, si avvicinano al miliardo di euro. Una cifra che oggi riesce a superare solo il Veneto, da tempo leader di questa particolare classifica.
Dal 2003 ad oggi il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 102,4% in valore, facendo registrare solo due risultati negativi, in concomitanza della crisi economico finanziaria del 2008-2009. Una breve parentesi che, in realtà, ha fatto da preludio ad una delle stagioni più felici per l’export toscano che dal 2009 al 2015 è cresciuto del 81%.
Come se non bastasse, il risultato del 2015 supera del 89% quello del 2005, ossia della miglior annata per l’export dei vini toscani prima della crisi. Una performance che aumenta il peso toscano sul totale delle esportazioni nazionali passando dal 14.8% del 2014 al 16.7% del 2015. Dato, quest’ultimo, che consolida il terzo posto della Toscana in Italia dopo Veneto e Piemonte, con buone possibilità di conquistare, però, la seconda piazza.
Il successo dell’enologia toscana nel mondo è trainato, in primo luogo, dai vini DOP (Rossi e Bianchi) che rappresentano il 64.6% dell’export regionale di vini in valore e che nei primi 9 mesi del 2014 (gennaio-settembre) hanno fatto registrare un incremento nelle esportazioni del +9%, attestandosi ampiamente sopra quota 416 milioni di euro a cui corrisponde, però, un calo del -5.6% in quantità.
Un andamento, quello dell’export toscano, determinato dall’aumento dei prezzi alla produzione delle Dop. Come risulta dall’ultimo rapporto Ismea, infatti, in un 2015 caratterizzato da un aumento medio dell’8% a livello nazionale, alcune delle principali denominazioni toscane fanno registrare, invece, un incremento a due cifre. È il caso del Brunello di Montalcino (+14.9%), del Chianti Classico (+36,9%) e del Nobile di Montepulciano (+24.5%). In calo i prezzi alla produzione delle Dop Chianti (-5.4%), Chianti Colli Senesi (-1.8%) e Vernaccia di San Gimignano (-4.4%).
Le aree di mercato principali per il vino toscano a denominazione d’origine sono America Settentrionale (188,2 milioni) ed Europa (186.0 milioni di euro) con incrementi rispettivamente del 15.8% e del 5.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno.
Con oltre 400 milioni di euro di vini rossi a Denominazione d’Origine Protetta (DOP) venduti nel mondo nel primi nove mesi del 2015, la Toscana conferma la sua leadership a livello nazionale che la vede primeggiare ampiamente su Veneto e Piemonte. Rispetto allo stesso periodo del 2014, le esportazioni in valore dei rossi toscani DOP sono cresciute del +8.8%. Un aumento percentuale determinato in primo luogo dall’ampliarsi del portafoglio “clienti” dell’enologia toscana e dall’incremento dei prezzi alla produzione attestatosi, per quanto riguarda le principali denominazioni regionali, al +13.6%.
Guardando i dati relativi ai primi tre trimestri del 2015, infatti, salta all’occhio come dopo un 2014 che aveva visto una sostanziale stabilità sulle piazze storiche, queste stesse aree abbiano fatto registrare nel 2015 una rinnovata vitalità. In particolare sono da rilevare la ottime performance dei Rossi DOP toscani nel Regno Unito (+25.8%) e nel Benelux: Paesi Bassi (+13.4%), Belgio (+13.5%) e Lussemburgo (+ 35.8%). Sempre per quanto riguarda l’Europa, i Rossi toscani crescono nei Paesi del Nord: Danimarca (+19.5%) e Svezia (+18.4%), Germania (4.4%) e Francia (10.4%). Nei paesi dell’Est Europeo solo la Russia fa registrare un trend negativo (-45.4%), mentre crescono in maniera interessante paesi come la Repubblica Ceca (+8.8%). Bene il Nord America con le esportazioni in Canada che salgono del +15.8% e quelle negli States che fanno registrare un +14.1%. Per quanto riguarda i BRICS frenata brusca oltre che per la Russia, anche per il Brasile (-28.4%), mentre torna la Cina (+32.4%).
A questo andamento sulle piazze maggiori corrispondono piccoli ma significativi exploit su alcuni mercati che ancora non fanno grandi numeri, ma che hanno certamente grandi margini di crescita. È il caso dell’India (+120%) e del Sud Africa (+140.8%), ma anche della Nuova Zelanda (+19.0%), di Israele (+32.1%) e degli Emirati Arabi Uniti (+11.5%).
La top 10 dei Paesi di sbocco dei vini rossi toscani DOP nel 2015 vede il ritorno della Cina (9°) e la “scalata” del Regno Unito che passa dal 5° al 4° posto. Per i bianchi Dop le esportazioni sono in crescita grazie a Usa e Canada.
Dopo due anni di segno negativo torna a crescere anche l’export dei Bianchi DOP che fanno registrare, nei primi 9 mesi del 2015, un incremento del 14.9% in valore rispetto allo stesso periodo del 2014, con una leggera flessione delle esportazioni in quantità dell’1%. Un aumento, quello delle esportazioni in valore dei Bianchi toscani, dovuto in primo luogo all’incredibile exploit sui mercati nordamericani che vede gli Stati Uniti tornare ad essere il primo mercato di destinazione con circa 4.4 milioni di vini esportati nel Paese (+124.0%) e il Canada che segna un +68.7%. Percentuali che recuperano ampiamente quel -35.8% che aveva caratterizzato le vendite di Bianchi nell’America settentrionale nel 2014. Ottima la performance del Brasile con un +188% e delle piazze asiatiche con la Cina che segna un +55%, seguita da Hong Kong (13.1%) e Giappone (+9.2%).
di Leonzio Nocente
18 Febbraio 2016