A Roma aria di abilità artistica giapponese. Un’arte antica, risalente all’VIII secolo, che come allora affascina il pubblico grazie alle fini tecniche usate e allo scintillio di materiali preziosi. È la laccatura giapponese del maki-e. Ad aprire una finestra su questo tipo di decorazione antichissima e fornirne una panoramica storica, è l’Ambasciata del Giappone in Italia che, in collaborazione con il Polo Museale del Lazio e il Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, di Roma, ha organizzato una conferenza dimostrativa con Yutaro Shimode, il più grande maestro vivente della tradizione maki-e.
L’evento si inserisce nel quadro delle iniziative commemorative per la ricorrenza del 150esimo anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia. “Sono estremamente lieto che il Maestro Yutaro Shimode possa realizzare la sua performance in Italia, paese che vanta una forte tradizione artigiana”, ha affermato l’ambasciatore giapponese in Italia, Kazuyoshi Umemoto che ha colto l’occasione per promuovere le tante iniziative organizzate dall’ambasciata e dall’istituto di cultura giapponese in occasione di questa importante ricorrenza. I missionari cristiani che giunsero in Giappone quattrocento anni fa rimasero colpiti dalla bellezza del maki-e giapponese, ne portarono esemplari al ritorno nei loro paesi d’origine. Il maki-e si diffuse poi in Europa per mezzo del commercio della Compagnia delle Indie Orientali e delle collezioni delle famiglie reali.
Nel corso dei secoli si sono sviluppate le varie tecniche sia decorative sia di realizzazione del fondo. Il maki-e, termine che deriva dal verbo “cospargere”, è una peculiare tecnica decorativa che usa la lacca urushi – una linfa che deriva dall’omonimo albero molto diffuso nel sud est asiatico – e alcune polveri di metallo come oro, argento, platino. Linfa e metalli rappresentano entrambi materiali molto preziosi, basti pensare che da un albero si possono estrarre circa 200 grammi di linfa.
Ma a rendere preziosi i manufatti decorati con la tecnica del maki-e è soprattutto il lavoro dell’artigiano che dotato di pennelli di diverse dimensioni e materiali, ma soprattutto di una mano fermissima e tanta pazienza, crea dei motivi e disegni che sembrano venir fuori dal fondo nero lucido e brillante.
Durante la conferenza, il maestro Yutaro Shimode, noto per aver prodotto opere quali l’oggettistica utilizzata durante i rituali della Famiglia Imperiale e i maki-e della Guest House governativa di Kyoto, ha offerto un’ampia panoramica sulle tecniche, sui materiali, sugli studi e sulla storia di questa arte e una dimostrazione pratica di questo tipo di decorazione giapponese. L’obiettivo è tramandare questo sapere e far sì che l’arte del maki-e sopravviva anche nel futuro.
di Letizia Freschi
01 Marzo 2016