UIV, Ettore Nicoletto candidato per la presidenza

Nicoletto-marcopolonewsSi accende il duello per la presidenza di Unione italiana vini. Dopo la candidatura per la successione a Domenico Zonin di Antonio Rallo, alla guida di Donnafugata e presidente di Doc Sicilia, è arrivata quella di Ettore Nicoletto, ad del gruppo Santa Margherita, controllato dalla famiglia Marzotto.

Ieri alcuni pesi massimi del vino italiano hanno inviato una lettera a Zonin, pregandolo di avanzare ufficialmente la candidatura di Nicoletto nel prossimo consiglio di amministrazione.

In calce alla missiva ci sono sei firme pesanti: la prima è quella di Sandro Boscaini (socio Uiv e presidente della associazione “concorrente” Federvini), quindi quelle di Piero Antinori, Matteo Lunelli, Piero Mastroberardino, Gaetano Marzotto e Andrea Sartori.

Zonin conferma la candidatura: “Sì, ho ricevuto ieri la lettera. La candidatura di Nicoletto si aggiunge a quella di Antonio Rallo”. La porterà al Cda quando? “Ora aspettiamo almeno che termini Vinitaly”. La procedura per il nuovo presidente potrebbe concludersi in giugno.

I duellanti
Dal suo canto, Rallo risponde alle sollecitazioni con una dichiarazione precisa: “Do la  mia disponibilità all’assemblea dopo tre anni di vice presidenza e una lunga esperienza dedicata alle associazioni: Credo molto nell’unità del sistema vino per un’efficace rappresentanza istituzionale”

Anche Nicoletto si sofferma sull’unità del sistema vino ma aggiunge qualcosa anche sul presente: “Innanzitutto – spiega il top manager di Santa Margherita – vorrei che all’interno della Uiv ci fosse una ulteriore presa di coscienza che tutti debbano poter dire la loro e che tutte le opinioni hanno un valore. Poi vorrei che si ponesse fine alla divisione della rappresentanze imprenditoriali. Non è più tempo”.

Programma unitario

Perchè proprio Nicoletto? Antinori spiega che “di Nicoletto piace il programma: in particolare la voglia di unificare le forze in campo. La filiera del vino è rappresentato da molte associazioni ma noi vorremmo che almeno due si unificassero”. In scia Marzotto: “Non ha più senso andare a discutere con le istituzioni in ordine sparso: ovvio che poi il ministro dica: con chi devo parlare e a chi debbo dare retta?”.

Redazione

10 Aprile 2016