La “Giornata storica” del Premier Renzi a Vinitaly, accolto dal Ministro Martina e dal Presidente Veronafiere Danese. La colazione da Allegrini per fissare i punti del futuro del vino italiano con alcune delle aziende più importanti d’Italia.
Il suo tweet, ieri mattina, è diventato subito virale. “Giornata storica oggi per le riforme costituzionali. Ma prima a Verona: aziende, JobsAct, #Vinitaly2016 Grinta e coraggio #italiariparte”, ha scritto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in partenza per il Veneto, destinazione, e non è la prima volta, Vinitaly, per incontrare il mondo del vino italiano – settore di punta del made in Italy e della nostra economia, di certo simbolo di quell’Italia che riparte, verso l’obbiettivo dei “50 miliardi di expo nell’agroalimentare nel 2020” – e rendere omaggio alla fiera internazionale di riferemento del settore che compie 50 anni. A mezzodì, l’arrivo a Vinitaly accolto dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dal presidente dei Veronafiere Maurizio Danese. Bagno di folla, e qualche contestazione: “Matteo dove vai? Vieni in Veneto? Non lo so ….”.
Ma nel suo cerimoniale, prima dell’incontro, come da programma, con Jack Ma, fondatore del colosso Alibaba (ore 14,30), c’è una colazione di lavoro da Allegrini, celebre griffe dell’Amarone della Valpolicella, accolto da Marilisa Allegrini. Sul tavolo i piatti stellati dei fratelli Cerea del ristorante Da Vittorio, attorno un selezionato gruppo delle più importanti aziende italiane, esempio di quella grinta e coraggio che ha portato al successo il vino italiano nel mondo, dall’Iswa-Italian Signature Wines Academy, la “Santa Alleanza” delle cantine storiche Allegrini, Feudi di San Gregorio, Frescobaldi, Planeta, Villa Sandi, Arnaldo Caprai e Fontanafredda dell’amico Oscar Farinetti, a Marchesi Antinori, da Gaja a Bastianich, da Ferrari a Villa Bucci, alla Tenuta San Guido. E con le quali, secondo WineNews, si sono fissati i punti per il futuro del settore: da raggiungere all’export la quota di 7,5 miliardi in 5 anni, su cui è fondamentale “essere tutti d’accordo”, alla creazione di un direttore marketing dell’Italia del wine and food, in risposta alla domanda del Premier su “come va l’economia, e cosa volete che faccia?”; dal fare di più in un mercato importante come la Cina, a partire dalla formazione di professionalità locali, ai problemi con i diritti d’impianto. “Il vino è un pezzettino – ha detto Renzi – ma è un racconto di successo. E se nel 2020 vinceremo in Usa, nel 2030 lo faremo anche in Cina”.
Ad attenderlo c’era anche lo status symbol italiano in bottiglia, formato 3 litri: il Sassicaia, annata 1983, che, la Tenuta San Guido, nella sua Toscana, ha voluto donare al Premier che, in visita ufficiale, lo ha portato in dono al Presidente Usa Barack Obama alla Casa Bianca.
Redazione
12 Aprile 2016