Il mio ultimo giorno a Città del Messico. La valigia è quasi pronta, sistemo il poncho fucsia che ho comprato ieri ed anche piccoli souvenir.
La nostra prima tappa è a sud della città, destinazione Xochimilco, una delle sedici delegazioni in cui si divide l’area metropolitana di Città del Messico, dove si trova il più strabiliante mercato dei fiori del paese. Xochimilco è nota ed importante per l’esistenza delle chinampa, una tecnica di agricoltura che utilizzava piccole aree rettangolari di terra arabile e fertile per la coltivazione di aree coperte da acqua a basso livello nella Valle del Messico. Solo qui e a Tlahuac si pratica ancora, e dal 1987 è patrimonio dell’umanità.
Scopro meravigliata che solo qui si può osservare, se si è fortunati, l’axolotl, piccolo anfibio, cui nome deriva dal nahuatl a’tl-xolotl, che vuol dire mostro acquatico. Io non lo incontro, in compenso mi imbarco in una delle coloratissime imbarcazioni che a decine navigano in questa sorta di laguna. Una festa per gli occhi, un’allegria contagiosa, molte famiglie messicane che banchettano a bordo, i mariachi su altre imbarcazioni intonano canzoni note, i venditori di souvenir in altre barche ancora. Non resisto, compro altri due poncho, uno rosso ed uno grigio. Adoro negoziare con i messicani, sono molto arrendevoli. Compro anche delle deliziose collane per le amiche, anche se finirò come sempre per tenerle tutte io.
A forza di vedere i banchetti a bordo delle imbarcazioni straripanti di ogni bene, siamo tutti con l’acquolina in bocca. Sarina Alvarez ci offre le cavallette fritte, gentilmente declino.
Raggiungiamo per pranzo il San Angel Inn. Una hacienda stupenda, con giardini interni lussureggianti e roseti in fiore. Davvero un posto da tenere in evidenza per un prossimo viaggio in Messico (www.sanangelinn.com). L’hacienda fu costruita su un terreno concesso da Carlo III al Visconte di San Miguel. Nel 1906 divenne un monastero e un centro di produzione del pulque, il tipico liquore a base di cactus. Lo stile coloniale messicano mi intriga sempre più. Sogno una casa così. Ho chiesto al mio fido Giorgio De Camillis di fotografare la mappa storica dell’hacienda. Magari un giorno ne avrò davvero una tutta mia.
Il nostro ultimo pomeriggio in città a Coyoacan, pittoresco borgo che ha dato i natali alla mitica Frida Kahlo. Ho potuto finalmente visitare la casa in cui ha vissuto da sposa di Diego Riveira, oggi Museo Frida Kahlo (www.museofridakahlo.org), proprio al centro di Coyoacan, la Casa Azul dove aveva vissuto i suoi anni migliori. Classe 1906, Frida ha saputo anticipare i tempi ed essere protagonista della storia del Messico. Un’artista, una donna, capace di affrontare “con assoluta e inesorabile schiettezza, si potrebbe dire in modo spietato ma nel contempo pacato, quei temi che riguardano esclusivamente le donne”, come ribadiva sovente il suo famosissimo marito Diego Rivera. Frida, artista dalla personalità molto forte, amava dire di essere nata nel 1910, ma non perchè volesse sembrare più giovane, come alcune donne fanno, bensì perchè si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana di quell’anno e del Messico moderno.
Dopo il museo, un’ultima passeggiata nella capitale messicana, nelle vie di Coyocan, che fu sede, nel 1521, del quartier generale di Herman Cortes. All’angolo della strada ci prendiamo un mango affettato freschissimo e buonissimo. La frutta in questa città si trova ovunque ed è sempre strepitosa, matura al punto giusto. Qui il tempo sembra essersi fermato, si respira un’atmosfera ancora un po’ rurale, si incontrano negozi, ristoranti e attività vecchie anche di un secolo. Oggi in particolare, di domenica, tutto il quartiere pullula di gente coloratissima, di bambini leziosi vestiti a festa, di cibo e profumi, musiche e balli. Sembra di vivere in un altro tempo, forse proprio quello di Frida.
Anche oggi la giornata è volata.
Il tempo di raggiungere l’aeroporto Benito Juárez e siamo pronti a partire.
Una sosta alla lounge per gli ultimi nachos con queso ranchero ed una birra corona con lime.
Finalmente a bordo. E dopo tante esperienze culinarie messicane, stasera eccellente cena italiana ed ottimi vini.
Stanotte Morfeo mi veglierà sorvolare l’Oceano Atlantico.
Al mio rientro mi attende la mia splendida Roma, con Città del Messico nel cuore.
di Patrizia Marin
20 Giugno 2016