Acora più importante del cibo è la storia che c’è dietro il cibo: il sapere italiano, la qualità, l’eccellenza di una filiera produttiva che fa scuola. E che dal prossimo anno, a Bologna, farà scuola nel vero senso della parola: a pensarci sarà “FICO Eataly World“, ossia la Fabbrica Italiana Contadina voluta da Oscar Farinetti, patron del colosso cuneese Eataly, in collaborazione con l’di Università di Bologna, la Regione Emilia Romagna, e l’Università del Gusto di Pollenzo (Cuneo). Una nuova creatura che aprirà tra otto mesi, che è stata appena presentata a Eataly Flatiron, nel cuore di New York, e che sarà molto più di un luogo. Non solo perché ci saranno più di otto ettari di terreno, un mercato, un’area didattica, 40 aziende agroalimentari che qui mostreranno i loro processi produttivi e di allevamento e 25 ristoranti a tema. Ma perché il suo obiettivo sarà quello di “stimolare il dubbio”, portare i visitatori (ne se attendono 6 milioni solo nel primo anno, di cui 2 milioni solo dagli Stati Uniti, come ha spiegato Farinetti) a “porsi domande sulla propria alimentazione e sul futuro del cibo”.
Anche per questo, perché chi ama il cibo è per forza di cose attento alla natura, l’intera struttura è nata con un occhio di riguardo all’ambiente: pannelli solari, e nessuna cementificazione in quanto FICO sorge sul precedente Centro Alimentare di Bologna.
“La cultura è anche una cosa che si mangia”, ha detto Farinetti presentando con gli occhi che brillano il nuovo progetto, a fianco del sindaco di Bologna Virginio Merola e l’europarlamentare Paolo De Castro, già Ministro per le Politiche Agricole durante il governo di Massimo D’Alema.
Anche la scelta di Bologna non è casuale: la città rossa è il capoluogo della regione in cui sono presenti più prodotti a denominazione d’origine protetta in tutta Italia, soprannominata “Food Valley“. La regione da cui vengono grandi eccellenze italiane conosciute in tutto il mondo, dal parmigiano reggiano, al prosciutto di Parma, all’aceto balsamico di Modena.
La presentazione di FICO si inserisce nella “Settimana della cucina italiana nel mondo”, inaugurata a Washington dallo chef stellato Massimo Bottura. Una celebrazione organizzata dal Ministero degli Esteri e da quello delle Politiche agricole alimentari e forestali che si svolge in 105 Paesi del mondo e comprende 1300 eventi tra conferenze, dibattiti, cooking show.
La presentazione si è conclusa sempre all’insegna dell’Emilia Romagna con una cena speciale organizzata al Ristorante Barilla sulla 32esima strada e intitolata “Taste of Parma”, alla presenza di Federico Pizzarotti, sindaco della città emiliana. Le meraviglie della Food Valley, insomma, hanno dichiarato una presa pacifica e gourmet di New York.
di Dario de Marchi
22 Novembre 2016