Il vino italiano continua a tenere bene nell’importante mercato americano. Mantiene infatti le sue posizioni l’export vinicolo italiano verso gli USA che, nel primo trimestre dell’anno, ha fatto registrare un aumento del 1,3% in quantità e del 1,5% in valore, secondo quanto comunicato dall’Italian Wine & Food Institute, di New York. Positivo, sempre secondo la stessa autorevole fonte, l’andamento complessivo del mercato di importazione americano che nei primi tre mesi dell’anno ha fatto registrare un incremento del 10% in quantità e del 7,3% in valore. Insomma, complessivamente le importazioni statunitensi sono ammontate a quasi 2,5 milioni di ettolitri per un valore di 1,006,745,000 dollari, contro i 2,2 milioni di ettolitri per un valore di 938,624,000 dollari del corrispondente trimestre del 2016.
In questo contesto, l’Italia mantiene la sua leadership sia in quantità che in valore, mentre si continuano a verificare mutamenti nella graduatoria degli altri paesi fornitori. In quantità l’Australia è ora al secondo posto avendo superato il Cile, sceso al terzo posto, seguito a sua volta, dalla Francia e dalla Nuova Zelanda che ha scavalcato l’Argentina. Seguono a distanza la Spagna e la Germania rispettivamente al 7 e 8 posto. La classifica cambia invece in valore: dopo l’Italia, sempre al primo posto, vi è infatti la Francia, seguita dall’Australia e dalla Nuova Zelanda. Seguono il Cile al quinto posto e l’Argentina al sesto seguita, a sua volta, da Spagna e Germania che mantengono rispettivamente il loro 7 e 8 posto fra i Paesi fornitori del mercato statunitense.
Secondo Lucio Caputo il presidente dell’Italian Wine & Food Institute, “tali continue e consistenti variazioni nelle posizioni in classifica di Australia, Cile, Nuova Zelanda ed Argentina è dovuta al fatto che tali Paesi (a differenza di Italia e Francia) esportano notevolissimi quantitativi di vino sfuso che viene poi imbottigliato negli Stati Uniti o utilizzato per tagliare vini di produzione locale. Gli ordini per tali vini, fortemente condizionati dal prezzo, sono infatti condizionati dalle mutevoli condizioni di mercato, che fanno spostare gli ordinativi da un Paese all’altro, creando questo costante sali e scendi fra i paesi fornitori”.
Così, complessivamente, secondo la nota dell’IWFI, l’Italia è passata dai 593.370 ettolitri, per un valore di 301.911.000 dollari, del primo trimestre del 2016, ai 600.920 ettolitri, per un valore di 306,309,000 dollari del primo trimestre dell’anno in corso.
La quota di mercato dei vini importati dall’Italia è risultata pari al 24,1% in quantità e al 30,4% in valore mentre si è mantenuto stabile il prezzo medio pari a 5,3 dollari a bottiglia contro i 3,2 dollari dell’Australia e gli 8,5 dollari della Francia
Le importazioni dall’Australia sono risultate pari a 569.820 ettolitri per un valore di 97,019,000 dollari, contro i 399.220 ettolitri, per un valore di 95.218.000 di dollari del corrispondente periodo dell’anno scorso con un aumento del 42,7% in quantità e del 1,8% in valore.
Le importazioni dal Cile sono passate da 429.120 ettolitri, per un valore di $ 64.694.000, del primo trimestre del 2016 a 405.340 ettolitri, per un valore di $ 74,693,000 del primo trimestre dell’anno in corso con un riduzione del 5,5% in quantità e un incremento del 15,5% in valore.
Le importazioni dalla Francia, sempre secondo la nota dell’IWFI, sono passate da 251.460 ettolitri, per un valore di 207,173,000 dollari, del primo trimestre del 2016, a 291.600 ettolitri, per un valore di 243,709,000 dollari, del primo trimestre dell’anno in corso con un aumento del 16% in quantità e del 17,6% in valore.
Le importazioni dalla Nuova Zelanda sono passate da 166.970 ettolitri, pari a 93,587,000 dollari del primo trimestre del 2016, a 186.180 ettolitri, per un valore di 99,561,000 dollari, del primo trimestre dell’anno in corso con un aumento del 11,5% in quantità e del 6,4% in valore.
Le importazioni dall’Argentina sono passate da 194.520 ettolitri, per 61,919,000 dollari del primo trimestre del 2016, a 180,350 ettolitri, per un valore di 66,533,000 dollari, del primo trimestre dell’anno in corso con un decremento del 7,3% in quantità e un incremento del 7,5% in valore.
Sempre positivo infine, secondo la nota dell’Italian Wine & Food Institute, l’andamento delle esportazioni degli spumanti italiani che sono passate da 133.550 ettolitri, per un valore di 72,8 milioni di dollari del primo trimestre del 2016, a 145.810 ettolitri, per un valore di 74,5 milioni del primo trimestre dell’anno in corso con un aumento del 9,2% in quantità e del 2,4% in valore. La quota di mercato degli spumanti importati dall’Italia è risultata pari al 58,6% in quantità e al 34,8% in valore.
Va rilevato tuttavia che nelle esportazioni di spumanti l’Italia distacca notevolmente la Francia in quantità, ma viene ampiamente superata in valore dalla stessa Francia che, nel periodo in esame, ha esportato 57.910 ettolitri per con valore di 118,041.000 dollari, con un aumento rispettivamente del 16,1% e del 9,7%.
di Eleonora Albertoni
18 Maggio 2017