“Boom” di alimenti bio in Italia. La vendita di prodotti alimentari bio nella grande distribuzione dal 2005 è infatti cresciuta del 220%. È quanto emerge dalla consumer «Survey Nomisma», i cui risultati sono stati pubblicati dalla newsletter dell’Istituto bolognese di ricerca.
«Pur di fronte ad un Paese che si impoverisce sempre più, gli italiani provano a guardare avanti, adattando lo stile di consumo alle proprie capacità di reddito; i cittadini della penisola hanno speso meno per cibi e bevande (componente che rappresenta oltre il 16% della spesa totale), ma hanno messo in campo energie per salvaguardare il proprio benessere a tavola» è scritto nella ricerca. Sei milioni di famiglie producono in casa pane, pizza, marmellate e conserve.
Non a caso, osserva Nomisma, nell’ultimo anno le vendite di farine sono cresciute a valore dell’8%. Tra le esternalità positive dell’austerità vi è la riduzione degli sprechi alimentari: il 62% delle famiglie dichiara di buttare via meno cibi nella spazzatura, dato confermato anche dalla riduzione dei rifiuti (in termini pro-capite sono calati del 10% rispetto ai volumi pre-crisi).
La «Survey Nomisma» non fa che confermare altre strategie di economia domestica: il 35% consulta il volantino delle promozioni prima di fare la spesa. Non a caso la quota di venduto a valore in promozione continua a crescere: nel 2014 share del 30%, nel 2000 la quota si fermava al 18% (fonte Nielsen).
Cresce lo sconto medio: il taglio prezzi era in media pari al 24,7% oggi del 28%. Questi indicatori giustificano la riduzione ‘fisica’ del carrello della spesa e dello scontrino: alla ricerca di convenienza la «Survey Nomisma» segnala che il 43% delle famiglie acquista le referenze alimentari quasi esclusivamente in promozione.
«L’importanza della leva promozionale evidente», ha spiegato Silvia Zucconi, coordinatore area agroalimentare di Nomisma, «anche considerando che le formule utilizzate dalle principali insegne stanno lasciando libertà di scelta delle referenze su cui beneficiare di sconti: la formula ‘scegli tu il tuo sconto’ consente di creare nuovi articoli in promozione oltre a quelli presenti sul volantino».
Il prezzo non però l’unico faro che guida gli acquisti. Anzi. La spesa alimentare diventata più selettiva, ma non si rinuncia in toto alla qualità. I criteri di scelta per i prodotti alimentari, anche alimenti bio, privilegiano la ricerca di prodotti di chiara origine italiana: un italiano su 3 sceglie innanzitutto in base a questo fattore. Avere la certezza che si sta acquistando cibo italiano già sinonimo di qualità; un ulteriore 19% sceglie attivamente la qualità, cercando cibi con materie prime ed ingredienti qualificati.
Per salvaguardare il benessere a tavola, 4 milioni di italiani sono coinvolti nell’agricoltura amatoriale e coltivano per passione un terreno o un orto. Tendenza che, secondo Nomisma, è determinata soprattutto dalla possibilità di consumare alimenti sani e genuini (come indica il 60,2% dei coltivatori di un orto per passione), oltre che dalla possibilità di rilassarsi eliminando lo stress della vita quotidiana. Tra le altre passioni scoppiate in tempo di crisi c’è sicuramente la cucina: negli ultimi 2-3 anni il 67% delle italiani passa più tempo in cucina, sicuramente stimolata dalla food-mania che dilaga su internet, nei blog e in tv.
La testimonianza di questa passione per il cibo può essere misurata anche dalla diffusione dei tutorial presenti su internet, dove non solo è possibile trovare ricette, ma si impara anche a fare food design.
Inoltre, la crescita a doppia cifra delle vendite di prodotti senza glutine (+32% nell’ultimo anno – fonte: AC Nielsen) e delle bevande vegetali (+29% le bevande vegetali) definisce in modo chiaro come intolleranze ed allergie rappresentino disturbi in grande ascesa.
12 settembre 2014
di Dario de Marchi