Galileo negli Stati Uniti, se ci fosse stato, avrebbe fatto strike. Il suo genio sarebbe andato oltre, come hanno poi fatto molti altri italiani, segnando i successi del Made in Italy nel mondo. E nella storia. E, quindi, le celebrazione sono state d’eccellenza all’auditorium della prestigiosa “Georgetown University” di Wahington DC per i 450 anni dalla nascita di Galileo Galilei, commemorati con una serie di eventi organizzati dall’Ambasciata d’Italia in USA e dal Georgetown University Italian Research Institute, dal titolo “Galileo: l’esplorazione dell’Universo“.
Di fronte a un pubblico di scienziati, studenti e dignitari nell’ateneo gesuita della capitale Usa, il Nobel per la fisica e sen. Carlo Rubbia (il 30 agosto 2013, infatti, è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano), ha tenuto una conferenza sul ruolo del “padre della scienza moderna”.
Ad introdurre lo scienziato, sottolineando l’importanza di Galileo “nell’avviare i primi passi concreti nella conoscenza ed esplorazione dello spazio”, è stato lo stesso ambasciatore d’Italia, Claudio Bisogniero, che ha posto in evidenza il ruolo di “protagonista che l’Italia continua a giocare nel settore aerospaziale e scientifico”.
“Oggi siamo onorati di avere il professore e senatore a vita Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica nel 1984, con noi, uno scienziato di genio, un esempio vivente del genio e dell’eredità visionaria di Galileo. Le celebrazioni di Galileo hanno luogo durante il semestre italiano di presidenza dell’Ue, mettendo in evidenza il ruolo di leadership del nostro Paese nella ricerca scientifica, di cui Rubbia è modello mondiale”, ha detto l’ambasciatore Bisogniero.
Il nobel Rubbia ha ripercorso la storia delle scoperte di Galileo nella cornice storica dell’Inquisizione del Seicento, sostenendo che “Galilei è stato una delle persone più significative nella storia della scienza dell’umanità. E per l’Italia, ad eccezione di Guglielmo Marconi, abbiamo dovuto aspettare l’arrivo di Enrico Fermi per vedere risultati simili”.
Osservando come una delle prerogative caratteriali di Galileo fu la sua “testardaggine”, Rubbia ha scherzato, rilevando: “Galileo era un toscano di carattere, come il nostro attuale primo ministro”.
18 ottobre 2014
di Patrizia Marin