Ancora pochi giorni di raccolta sull’Etna e poi, anche in Sicilia, la vendemmia 2014 sarà definitivamente conclusa. Si respira aria di ottimismo tra i produttori siciliani che possono archiviare con orgoglio e soddisfazione, giunti al traguardo , un’ annata davvero particolare tra le più lunghe dell’ultimo decennio, soprattutto se si tiene in conto il contesto nazionale particolarmente complesso e difficile che ha caratterizzato questa vendemmia in Italia e in Europa. In Sicilia si è prodotto di meno, soprattutto ad occidente, ma la qualità delle uve portate in cantina è rilevante, un fattore che in molti ritengono possa trasformarsi in un vantaggio competitivo da spendere sul mercato. “Una buona vendemmia anche se meno produttiva – spiega Antonio Rallo, presidente Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia – chi ha ben gestito il vigneto ha portato a casa uve sane e mature. Per i vini della DOC Sicilia si profila un’opportunità importante: dobbiamo saper sfruttare questo vantaggio competitivo con una corretta informazione e più impegno sull’export”.
Lunga quasi cento giorni – è iniziata a fine luglio con la raccolte delle uve precoci per le basi spumante e si concluderà nei primi giorni di novembre con le uve di Nerello Mascalese, a quota 1000 metri sull’’Etna.
Le piogge che si sono protratte sino a inizio estate con temperature mediamente più fresche (in alcuni casi di 5 gradi in meno rispetto le medie stagionali registrate negli anni precedenti) hanno comportano maturazioni più prolungate in forza dell’andamento climatico più fresco rispetto al 2013 e anche al 2012. Il primo vitigno a essere vendemmiato è stato lo chardonnay nella prima decade di agosto. Successivamente sono state raccolte le altre uve a bacca bianca autoctone ( Inzolia, Catarratto, Grillo). Le quantità rispetto al 2013 fanno registrare una diminuzione di circa 20/25% per le uve a bacca bianca che daranno vita a vini più fruttati e freschi conmaggiore acidità e meno alcolici. Per quello che concerne invece le uve a bacca rossa, il calo produttivo è stato più evidente, maggiormente nella Sicilia Occidentale, con punte che hanno superato il 30% in diminuzione. Questo dato non ha però influito sulla qualità delle uve, anzi le maturazioni sono state più lente determinando un ritardo di circa 10 giorni sull’epoca di raccolta.
In definitiva, la vendemmia 2014 in Sicilia , anche per le uve rosse, potrà essere classificata per l’eleganza e la complessità polifenolica dei mosti e dei futuri vini di questa fascia solare. Le temperature più miti senza picchi di caldo hanno consentito di portare in cantina uve perfettamente sane, equilibrate nella gradazione alcolica e ricche di quelle sostanze organolettiche che caratterizzano le principali varietà autoctone: Nero d’Avola, Frappato, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio.
A riprova di quanto sostenuto, i pareri delle più grandi cantine sociale del trapanese. Secondo Gaspare Baiata, presidente delleCantine Paolini questa vendemmia è stata la migliore degli ultimi venti anni. “La maturazione delle uve – commenta – è stata perfetta. In natura nulla è scontato. Gli episodi di peronospora non hanno compromesso la sanità delle piante, comportando un naturale diradamento dei grappoli. Questo ha maggiormente innalzato la qualità nel vigneto”. A fargli eco Filippo Paladino, agronomo e vicepresidente della Cantina Colomba Bianca: “Nei nostri contesti produttivi abbiamo registrato un clima molto favorevole ideale per il raggiungimento di un profilo fenolico e aromatico di prim’ordine soprattutto per le varietà autoctone a bacca rossa che si presentavano con un corredo tannico eccellente in grado di far presagire vini di grande struttura e longevità con colori intensi”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Damiano Fici, direttore delle Cantine Europa: “Analizzando nello specifico le caratteristiche di questa vendemmia, a risaltare è sicuramente l’aumento del grado babo sia nelle varietà a bacca bianca che in quelle a bacca rossa. L’incremento di quasi un grado e mezzo – spiega Fici – darà vita a vini bianchi sapidi e freschi e rossi di grande struttura”.
La raccolta in Sicilia sta per terminare e il caldo inatteso degli ultimi giorni sta accelerando la conclusione. “Ho la sensazione – dice Alberto Tasca d’Almerita, ad dell’azienda di famiglia – che la Sicilia abbia il vento in poppa baciata dalla generosità di madre natura. Il bilancio nelle nostre aree è eccezionale, rispetto alla scorsa annata abbiamo registrato un calo generale che ha portato le rese ai livelli di normalità, ma in definitiva sono entusiasta della qualità di questa vendemmia.”.
L’area sud orientale della Sicilia è la zona in cui si registrano le punte d’eccellenza della campagna viticola dell’isola come confermaFrancesco Ferreri titolare di Valle dell’Acate e presidente Assovini: “Da un punto di vista della qualità, quella appena conclusa è la migliore annata degli ultimi anni. La totale assenza di stress termici per le piante, ha dato vita ad uve di grande eleganza ed equilibrio di tutte le sue componenti; sul versante quantitativo registriamo invece le stesse rese della vendemmia dello scorso anno”.
“Sull’Etna – commenta Mariangela Cambria, responsabile comunicazione di Cottanera e vice presidente Assovini– quella che si sta per concludere è senza dubbio una delle annate più belle anche se dal punto di vista della quantità c’è stato un calo rispetto al 2013. Possiamo senz’altro dire che le condizioni climatiche registrate durante tutto l’anno hanno consentito una maturazione lenta e perfettamente equilibrata delle uve in tutte le sue componenti”
24 ottobre 2014
Redazione