Si svolgerà fino al 14 dicembre, la seconda Biennale di Design di Istanbul, intitolata “The Future Is Not What It Used to Be“, che sarà ospitata al Galata Greek Primary School, un edificio neoclassico nel quartiere di Karaköy. 2300 metri quadrati in cui si esporranno per sei settimane 50 progetti ideati da designer internazionali e nazionali.
La domanda da cui è partita la curatrice britannica della Biennale di Design di Istanbul, Zoe Ryan, e che è stata rivolta ai designer partecipanti è “Che cos’è il futuro ora?”. E da questa riflessione, sono nate delle opere e dei progetti che analizzano la visione del futuro attraverso “gli occhi” del design e dell’arredamento così come sono concepiti ai giorni nostri.
Ecco allora che alla Biennale di Design è possibile vedere opere che vanno dalla progettazione di spazi urbani, alla classica architettura fino all’interior design, di artisti provenienti da tutto il mondo, come gli italiani Andrea Trimarchi e Simone Farresin dello studio Formafantasma, con la loro opera Open Manifesto.
Oppure designer provenienti dal Messico, Moisés Hernández con la sua opera Diario, una rilettura del futuro critica, sociale e culturale con tradizionali oggetti messicani; o dalla Gran Bretagna i designer Bless, con The Workoutcomputer visione ironica degli statici lavori da scrivania, e Anthony Dunne e Fiona Raby con United Micro Kingdoms: A Design Fiction, scene da un mondo parallelo che propongono valori e priorità alternative.
La Biennale di Design di Istanbul è una manifestazione gratuita che vedrà anche eventi collaterali che animeranno la città di Istanbul, come le Design Walks, 15 percorsi tematici che faranno scoprire il mondo del design della città, i laboratori artigianali o gli studi che si trovano in location particolari. Infine, per tutto il corso della Biennale, si svolgeranno incontri e conferenze, proiezioni di film, laboratori con i designer partecipanti alla manifestazione.
2 novembre 2014
di Patrizia Tonin