Anche in Italia sta prendendo piede l’uso della “doggy bag”, ossia la confezione con cui si portano via dal ristorante i resti del cibo che non si è consumato, ma comunque pagato.
Fa infatti ormai parte delle regole “comunemente accettate nella civile convivenza” permettere ai clienti di ristoranti e alberghi di portar via dal tavolo il cibo avanzato per darlo ai propri cani (e perché no, invece, mangiarlo se non si ha il cane!!) ed è anche ammesso il diritto di riempire la propria borraccia con l’acqua che è rimasta nella bottiglia.
E ora lo afferma anche la Corte di Cassazione dando torto ad un albergatore del Trentino Alto Adige che aveva denunciato un cliente che aveva definito “uno schifo” i servizi dell’hotel che vietavano la “doggy bag” e il riempimento della borraccia. Con la sentenza 29942 della Quinta sezione penale della Suprema Corte, gli `ermellini´ hanno annullato senza rinvio la condanna per ingiuria inflitta dalla Corte d’Appello di Trento nei confronti di F. M., un friulano di 76 anni che era andato in vacanza in Trentino. L’uomo si era molto risentito con i gestori dell’hotel che aveva scelto per passare le ferie a causa delle “imposizioni di regole” che lui riteneva ingiustificate. Per questo aveva avuto un diverbio con i proprietari dell’hotel e aveva anche rilasciato un’intervista alla stampa locale per lamentarsi dei disservizi subiti.
Secondo una indagine indicativa della Coldiretti condotta on-line dal sito www.coldiretti.it, un italiano su tre (33%) quando esce dal ristorante non ha problemi a portarsi a casa gli avanzi con la con “doggy bag” anche se tra questi, solo il 10% lo fa regolarmente, mentre il 23% solo qualche volta. Dall’indagine emerge che una fetta rilevante della popolazione (24%) quando va a mangiare fuori lascia sulla tavola gli avanzi semplicemente perché si vergogna di chiederli.
Chiedere di portare a casa il cibo avanzato quando si va a mangiare fuori, del resto, è un comportamento molto diffuso in altri Paesi, a partire dagli Stati Uniti dove la doggy bag è una prassi consolidata per gli stessi Vip, dalla first lady Michelle Obama fino alla cantante Rihanna che recentemente è uscita da un prestigioso ristorante di Santa Monica esibendo una bottiglia di Sassicaia non ancora svuotata del tutto ed è stata intercettata dai paparazzi che pedinano i divi a Los Angeles e dintorni.
La situazione sta cambiando rapidamente anche in Italia dove di fronte a questa nuova esigenza e la ristorazione si sta attrezzando e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc, le famose “doggy bag” appunto.
I comportamenti degli italiani al ristorante o in pizzeria sono coerenti con quanto avviene nelle case. Con la crisi, infatti, si registra una storica inversione di tendenza, con quasi tre italiani su quattro (73%) che hanno tagliato gli sprechi a tavola nel 2013, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale si mette in evidenza, in particolare, che il 45% degli italiani ha ridotto gli sprechi e il 28% li ha addirittura annullati, mentre una percentuale del 26% non ha cambiato il proprio comportamento.
È forse questo uno degli aspetti positivi della crisi economica in una situazione in cui ogni persona in Italia ha comunque buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno.
3 novembre 2014
di Dario de Marchi