Dietologi e nutrizionisti evidentemente non hanno studiato il latino. I romani, in particolare, erano un popolo saggio e di vaste vedute imperiali e non solo. Ed erano infatti soliti dire: “semel in anno licet insanire”, ossia una volta all’anno è lecito trasgredire. Ma per gli esperti di salute e linea non è così. E così ci ammoniscono che il Natale è alle porte, ma il cenone della Vigilia e il pranzo del 25 dicembre sono la classica “goccia che fa traboccare il vaso”. Così a questi graditi appuntamenti (dove glicemia, colesterolo ecc non sono parole del vocabolario corrente), si arriva dopo una lunga serie di brindisi fra colleghi, pranzi di lavoro e cene tra amici. Una ‘maratona’ estenuante che proseguirà con le altre tappe obbligate del veglione di Capodanno, del 1° gennaio e della Befana, e che si concluderà come sempre al traguardo della prova bilancia. Dove si realizza la prova della verità: 2-3 chili in più a testa conquistati sotto albero. Anzi, a tavola. Insomma, una zavorra di stagione difficile da smaltire, soprattutto per chi parte già appesantito da una vita fatta di poche regole e zero movimento.
Il farmacologo e nutrizionista Michele Carruba, direttore del Centro studi e ricerche sull’obesità dell’Università degli Studi di Milano, torna a mettere in guarda gli italiani contro il peso delle feste su fianchi e girovita.
“Dopo le feste l’afflusso nei nostri ambulatori fa registrate un certo aumento. Ma è sbagliato pensare di mettersi in riga dopo essersi abbuffati per settimane”. Il nutrizionista boccia senza appello le ‘lacrime di coccodrillo’ e invita ad adottare una condotta virtuosa come regola di vita. Solo così, precisa, le feste natalizie potranno essere assaporate anche a tavola.
“Bisogna imparare a mangiare bene e farlo tutto l’anno”, ha raccomandato Carruba, “perché le trasgressioni sono possibili e nella norma, perché l’organismo ha comunque la possibilità di autoregolarsi. Il problema non è quando si mangia molto ogni tanto, ma quando ci si abbuffa un giorno dopo l’altro per 2, 3 o 4 settimane”.
Moderazione, dunque, senza dimenticare l’esercizio fisico: “La regola d’oro del cosiddetto fitness metabolico è sempre quella di camminare di buon passo almeno mezz’ora al giorno”, ha ricordato lo specialista. Ma “valgono anche i lavori domestici. I mestieri di casa aiutano sicuramente a mantenersi in forma”. E quindi può essere una buona idea abbinare a una passeggiata un colpo di straccio o aspirapolvere. L’esperto invita poi ad approfittare dei giorni di vacanza, che magari si passano in trasferta in località montane, per fare l’attività fisica che gli impegni di lavoro normalmente complicano.
Ma come evitare di ritrovarsi sotto l’albero dei regali anche una taglia in più? “Il primo concetto che deve passare riguarda i dolci”, che sono particolarmente ‘nel mirino’ del nutrizionista perché mentre “nella nostra tradizione sono riservati al singolo giorno di festa, nel periodo natalizio diventano prezzemolo’ onnipresente e riproposto in versioni ipercaloriche. Un conto è una fetta di panettone da 250-300 kcal”, ha esemplificato Carruba, “un’altra cosa è la stessa fetta con l’aggiunta di panna o mascarpone, sfizi che bastano a triplicare il monte calorie”.
Il secondo comandamento, per fare onore a tavola e cuochi senza rischiare l’esplosione, è “tenere d’ occhio le porzioni. Assaggiare un po’ di tutto, ma ridurre. Mai eccedere”.
Terzo consiglio: “Considerando che in genere la nostra dieta include troppa carne, si può approfittare delle feste per mangiare qualcosa di diverso e preferire il pesce. È meno calorico, più digeribile e contiene acidi grassi polinsaturi antiossidanti, ‘spazzini’ della ruggine che corrode la salute”.
Infine, “non dimentichiamo mai la frutta e la verdura, che possono essere utilizzate anche per depurarsi a cena dopo un pranzo troppo abbondante, o all’indomani di una cena fuori regola. È buona norma intervallare” le ‘overdose’ di cibo “con un pasto a base di frutta e verdura”, insegna Carruba ammonendo però che “in ogni caso mai saltare del tutto pranzo o cena. Il ciclo fame-sazietà va sempre rispettato”. Anche quando, a luci dell’albero ormai spente, il digiuno sembra l’ultima spiaggia per ridare forma a ciò che forma non ha più.
Insomma e purtroppo i latini e i romani hanno torto e, invece, hanno ragione medici, dietologici e nutrizionisti.
Del resto che questi ultimi abbiano ragione è emerso al terzo Congresso mondiale di nutrizione nella salute pubblica, svoltosi a Las Palmas, nelle Canarie, dove è stato conferito il prestigioso “Award Iacon-Senc 2014 – Excellence in Food Sustainability” a due esperti italiani, Roberto Capone, amministratore principale del Ciheam di Bari, e Sandro Dernini, esperto della FAO.
Il premio in eccellenza nella sostenibilità dell’alimentazione rappresenta il coronamento di un percorso di collaborazione tra il Ciheam Bari e la FAO avviato nel 2011 con l’organizzazione congiunta del workshop internazionale “Linee guida per la sostenibilità della dieta mediterranea” a Bari e, successivamente, nel 2012 con il seminario internazionale sulla “Sostenibilità dei sistemi alimentari nell’area mediterranea” a Malta.
Al congresso mondiale, gli esperti italiani hanno presentato la dieta mediterranea come un caso di studio per la caratterizzazione e la valutazione delle diete sostenibili nel mondo. La dieta mediterranea, scientificamente ben caratterizzata come modello alimentare salutistico, è stata valorizzata per il suo ridotto impatto ambientale e per il suo alto valore come patrimonio socio-culturale dell’ umanità.
In tale contesto, Roberto Capone ha illustrato l’applicazione sperimentale delle “Linee guida per la sostenibilità della dieta mediterranea” come esperienza pilota all’interno del Progetto “Agricoltura & Qualità” della Regione Puglia, rivolto alla valorizzazione dei prodotti alimentari tipici della regione, mettendo in evidenza tutte le criticità che derivano da una tale applicazione in una realtà locale ben definita. Il focus degli interventi di Roberto Capone e di Sandro Dernini è stato quello di rivitalizzare la dieta mediterranea non solo per i suoi benefici salutistici, ma anche come un modello di dieta sostenibile per uno stile di vita contemporaneo.
Inoltre, sono state esplorate nuove potenziali indicazioni per migliorare la sostenibilità della dieta mediterranea in tutti i Paesi del Mediterraneo in direzione della “Chiamata Med Diet 2015 Expo: Tempo di agire”, che sarà lanciata il 14 maggio 2015, nel Padiglione italiano dell’ Expo di Milano, da Cosimo Lacirignola, segretario generale del Ciheam.
di Dario de Marchi
23 Dicembre 2014