L’esploratore Marco Polo è andato sul luogo delle sue scoperte, ma ai fini del consolidamento della comunicazione non è da meno l’altro veneto, Emilio Salgari, che senza muoversi e con abile fantasia da casa ha fatto scoprire il fascino dell’Oriente. E Salgari (1862-1911) a distanza di molti lustri, ritorna. Per circa 130 anni si è conosciuto solo il titolo di un romanzo perduto di Salgari: ora è stato scoperto che “La scimitarra di Khien-Lung” era composto da 51 capitoli e il protagonista dell’avventura era un marinaio italiano, il capitano Robiano, che si muoveva in Estremo Oriente, i vasti territori della Cina, della Thailandia e della Birmania, alla ricerca di una leggendaria scimitarra appartenuta ad un imperatore cinese. L’annuncio della scoperta viene dato dal saggista e scrittore Roberto Fioraso sul nuovo fascicolo della rivista di letteratura popolare “Ilcorsaronero”, con un articolo dal titolo “Da ‘La scimitarra di Khien-Lung‘ a ‘La scimitarra di Budda’”.
Giuseppe Turcato, il grande studioso veneziano e appassionato salgariano scomparso nel 1996, poco prima di morire aveva affidato a Roberto Fioraso alcune carte, tra cui le fotocopie di tre fogli manoscritti su una sola facciata, il primo dei quali porta, in alto, il titolo “La scimitarra di Khien-Lung“. Non si conosce la provenienza dei fogli, ai quali allora fu attribuita poca importanza, ma la grafia è certamente di Salgari e contengono quella che può essere definita la trama del romanzo, che iniziava nella città cinese di Canton, con una gran festa in una fattoria americana, con la partecipazione di numerosi ospiti europei e americani, tra cui capitani di marina, trafficanti, armatori e banchieri.
Si legge, infatti, nel primo foglio inedito della trama pubblicata da Fioraso sulla rivista: “Una serata di lusso nella fattoria Americana a Canton – gran gente – la danza – un gran numero di giocatori che ascoltano il viaggio di Geville alla sfortunata ricerca della spada dell’imperatore Khien-lung – entra il capitano James e l’italiano Robiano sono due inseparabili – ascoltano la storia – i due amici sorridono – il francese si volge a loro – una spiegazione”.
Lo studio dei fogli manoscritti da parte di Fioraso arriva ad una conclusione opposta alle ipotesi avanzate finora dalla critica salgariana. Gian Paolo Marchi ha sostenuto che “La scimitarra di Khien-Lung” è “da identificarsi senza ragionevole dubbio con ‘La scimitarra di Budda’”, romanzo per ragazzi che fu pubblicato dall’ editore Treves nel 1892.
Felice Pozzo ha affermato che “La scimitarra di Khien-Lung” è diventata “La scimitarra di Budda” pubblicato da Treves dapprima in 21 puntate sul “Giornale dei Fanciulli”, dal 1° gennaio al 26 novembre 1891, e poi in volume nel 1892. Fioraso sostiene, invece, che “La scimitarra di Budda” non è “La scimitarra di Khien-Lungh“, “nonostante la trama sia sostanzialmente la stessa, perché, almeno a giudicare dalla traccia che di quest’ultimo ci è rimasta, i contenuti – e io ritengo anche la scrittura stessa – sono stati talmente rielaborati e modificati da rendere i due romanzi due opere del tutto diverse. E anche i finali differiscono alquanto”.
di Eleonora Albertoni
14 Gennaio 2015