Il made in Italy è sinonimo di qualità e tradizione, produzione di eccellenze e cultura e trova una delle sue espressioni migliori nel settore enogastronomico.
La cucina italiana e il made in Italy quasi fossero un tutt’uno sono un brand in tutto il mondo, al terzo posto tra i marchi più famosi, dopo Coca Cola e Visa per intenderci, un punto fermo dell’economia nazionale – anche se con lievi inflessioni nel consumo nazionale – ma con un export che continua a crescere sempre più.
Pizza, pasta, mozzarella, pomodoro, olio e vino: sono tutti prodotti che caratterizzano l’Italia, sono base della dieta mediterranea e sono sempre più ricercati dai turisti stranieri, che raggiungono il Bel Paese non solo per i meravigliosi paesaggi, ma anche per il cibo e il mangiare bene.
Tuttavia, il made in Italy, soprattutto legato all’agroalimentare, è colpito più di ogni altro paese dalla contraffazione, un fenomeno purtroppo in ascesa che va bloccato necessariamente e sempre più, anche perché i falsi prodotti venduti non sono garantiti a livello di sicurezza alimentare.
Un danno economico e d’immagine per l’Italia e per il made in Italy che necessita di tutela, in particolare per i prodotti della cucina italiana. E proprio, in questi giorni, la Confederazione italiana agricoltori (Cia) e il Centro studi anticontraffazione (Csa) hanno siglato un protocollo di collaborazione che individua strumenti e misure per contrastare il dannoso fenomeno del falso Made in Italy, anche nel settore agroalimentare. Lo scopo del nuovo gruppo di lavoro è anche quello di avanzare proposte di legge e lavorare su specifici piani di promozione e comunicazione per la valorizzazione e tutela del made in Italy, sempre più necessario.
(di Patrizia Tonin)