Il top dell’alimentare brilla nel mondo industriale italiano.Tra i distretti industriali che fanno segnare le migliori performance ci sono, infatti, quelli alimentari che rappresentano il 10,6 per cento del totale e con i vini del Chianti, il caffè, le confetterie e il cioccolato torinese, ma anche il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, i vini del Veronese e l’Amarone in testa, i dolci di Alba e Cuneo e la food machinery di Parma si collocano nella top 15 dei distretti che hanno fatto segnare le migliori performance, secondo il settimo rapporto Intesa San Paolo. Lo ricorda la Coldiretti in riferimento all’analisi dei distretti industriali dell’Istat.
I distretti alimentari censiti dall’Istat sono 15 con 7.326 unità locali e 72.810 addetti e potrebbero avere un forte impulso dall’appuntamento dell’Expo 2015.
Dai distretti alimentari viene un importante contributo all’export, che nel 2014 ha fatto registrare il record storico per i prodotti agroalimentari e bevande nazionali, raggiungendo il valore di 34,3 miliardi, con un aumento del 2,4 per cento rispetto all’anno precedente, secondo una analisi Coldiretti su dati Istat.
Un risultato ottenuto nonostante le difficoltà che si sono registrate a seguito dell’embargo russo che ha sancito, a partire dall’8 agosto, il divieto all’ingresso nel Paese di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce.
A spingere le esportazioni è stata, invece, la caduta del tasso di cambio dell’euro nei confronti del dollaro con effetti soprattutto per il mercato Usa. I due terzi del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea, ma il Made in Italy va forte anche nelle Americhe e nei mercati emergenti come quelli asiatici. Il prodotto Made in Italy più esportato è il vino, ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta e di olio di oliva.
di Alexandra Rufini
28 Febbraio 2015