Tre anni e mezzo di cantiere, senza mai chiudere al pubblico e l’inaugurazione avvenuta il 31 marzo 2015, puntuale sulla tabella di marcia stilata ben 5 anni fa. È il nuovo Museo Egizio di Torino, il secondo al mondo dopo quello de Il Cairo, l’ottavo in Italia per numero di visitatori, che aprirà al pubblico domani primo aprile.
Alla preview per la stampa col ministro per i beni culturali, Dario Franceschini, a fare gli onori di casa la presidente della Fondazione Museo Egizio Evelina Christillin: “È un giorno straordinario, siamo felicissimi di aver rispettato tempi e costi. Aver sempre tenuto aperto il museo durante i lavori, e aver consentito al pubblico di non dimenticarlo, ma anzi di affollarlo sempre di più, è stata una scelta faticosa ma vincente. Il 2014 è stato un anno record per visitatori”.
Frutto di 5 anni di lavori, tra progettazione e cantiere e di un investimento di 50 milioni di euro, sostenuto per la metà dalla Compagnia di Sanpaolo e per il resto dalla Fondazione Crt e dalle istituzioni locali, il nuovo Egizio si sviluppa su 10 mila metri quadrati, il doppio rispetto al vecchio allestimento, disposti su quattro piani. Merito anche del trasloco della Galleria Sabauda al Polo reale: dove un tempo c’erano i capolavori fiamminghi oggi c’è la galleria dei Sarcofagi, dove peraltro sono stati anche riscoperti affreschi antichi.
Ma la metamorfosi del Museo Egizio non riguarda solo la superficie. “Ricerca, partnership internazionali, con l’Egitto, ma anche con Berlino e altre entità museali, con il Cnr e i Musei Vaticani per tornare ad essere un centro culturale di riferimento per le antichità egizie”, è questa la ricetta del direttore il Museo Egizio, Christian Greco, insediatosi appena 10 mesi fa.
“Siamo in pochi, siamo 21 in tutto, di cui 8 nuovi egittologi, e abbiamo lavorato anche di notte per raggiungere l’obiettivo che ci eravamo preposti”, ha spiegato Greco, “questo per me non è un punto di arrivo, ma di partenza”.
Nel percorso espositivo poi c’è anche spazio per la storia del Museo, che si avvicina ai 200 anni di attività.
“Con l’inaugurazione del nuovo Museo Egizio, Torino si conferma capitale, dopo il Cairo, dell’egittologia mondiale”, ha osservato Piero Fassino, sindaco di Torino, ricordando che in un paese in cui “i cantieri non riescono mai a rispettare un crono-programma, il Museo Egizio è un esempio di determinazione a cui guardare”.
Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino ha ricordato lo scetticismo con cui fu accolta “dalle articolesse dei giornali” 10 anni fa la nascita della Fondazione per le antichità egizie.
Una formula che oggi funziona e a cui guardare, ha chiosato il ministro per i beni culturali Dario Franceschini. Il Museo Egizio è “il simbolo di cosa si può fare se pubblico e privato collaborano”, ha detto il ministro, lodando la scelta lungimirante del museo di dotarsi di una fondazione, un modello di gestione pubblico-privato “ancora troppo poco applicata in Italia e su cui stiamo ragionando per diversi luoghi”. Franceschini ha infatti osservato: “Abbiamo un patrimonio culturale enorme in Italia per il quale le risorse pubbliche non basteranno più”. Per questo, ha sollecitato, “è necessario ragionare su nuove forme di finanziamento per la cultura, come ad esempio il crowdfunding”.
È seguita la visita della comunità internazionale di egittologi. Un evento a inviti, a cui hanno preso parte anche i direttori delle principali istituzioni museali mondiali e il ministro dell’ istruzione Stefania Giannini.
di Dario de Marchi
1 Aprile 2015