La vendemmia in Italia è ornai ai nastri di partenza per segnare un nuovo capitolo dell’importante storia enologica, e non solo, del nostro Paese, uno degli elementi di punta del Made in Italy nel mondo.
«Con l’avvio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di euro di fatturato solo dalla vendita del vino e che dà occupazione ad un milione 25 mila persone». Lo stima la Coldiretti proprio in occasione del distacco del primo grappolo di uva da vino Made in Italy del 2014, avvenuto con dieci giorni di anticipo rispetto allo scorso anno, nell’azienda agricola Faccoli, a Coccaglio in provincia di Brescia, in Franciacorta, dove si raccolgono le uve bianche destinate alla produzioni di spumanti e che tradizionalmente sanciscono l’avvio delle vendemmia in Italia.
La vendemmia 2014 «coinvolgerà 650 mila ettari di vigne, dei quali ben 48 0mila Docg, Doc e Igt e», ha ricordato la Coldiretti, «oltre 200mila aziende vitivinicole, dove quest’anno rispetto al passato con la crisi si prevede la presenza di un maggior numero di italiani, soprattutto giovani, rispetto agli extracomunitari, come confermano le richieste di lavoro».
Secondo un’indagine condotta dalla stessa Coldiretti in collaborazione con Ixe’, «oltre 2 giovani italiani su 3 (il 68%) vorrebbero partecipare alla vendemmia 2014. Il settore del vino è uno dei più ambiti dai giovani sia per fare una esperienza lavorativa che per investire, come dimostra il fatto che sono ben 19.423 le aziende agricole specializzate in viticoltura su 141mila ettari di vigneto condotte da under 40 anni e rappresentano ben il 12% del totale delle 161.716 aziende agricole ‘giovani’, secondo le elaborazioni di Coldiretti sui dati relativi all’ultimo censimento».
«La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale anche attraverso l’integrazione di categorie come giovani, donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell’ accesso al lavoro», ha detto il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.
La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo la ricerca di Coldiretti, «per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro, dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro».
Sul fronte della produzione, intanto, arrivano buone notizie dalle migliorate condizioni atmosferiche dopo un avvio d’estate all’insegna dell’incertezza. L’arrivo di almeno un paio di settimane di “vera” estate con il sole e l’aumento delle temperature salva la vendemmia, dopo un mese di luglio che, con il 74% di precipitazioni in più e circa mezzo grado di temperatura in meno rispetto alla media 1971-2000, aveva alimentato grandi incertezze.
Le previsioni meteorologiche fanno così sperare dopo che le continue piogge, che nel Nord sono risultate pari anche al triplo delle media, hanno messo a dura prova il lavoro dei viticoltori impegnati a mantenere le uve sane, mentre a macchia di leopardo in zone ben localizzate si sono verificate anche grandinate, che hanno distrutto i raccolti.
E se il livello produttivo dipenderà dai prossimi giorni, si stima che la produzione nazionale per il 30% sarà destinata a vini da tavola, per il 30% a vini Igt e per il 40% a Doc e Docg.
ll fatturato del vino e degli spumanti in Italia è cresciuto del 3% ha raggiunto nel 2013 il valore record di oltre 9,3 miliardi di euro per effetto soprattutto delle esportazioni, che per la prima volta hanno superato i 5 miliardi (+7%) alle quali si è aggiunto un leggero incremento delle vendite sul mercato nazionale, pari a 4,2 miliardi (+1,5%).
(di Dario de Marchi)