Nell’anno di Expo Milano 2015, la Federazione Italiana Industriali Produttori Esportatori e Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti e Affini con il suo presidente Sandro Boscaini ha fatto il punto della situazione e dei problemi del comparto del vino. L’occasione è stata l’annuale assemblea a Roma.
“Dopo un 2014 incerto il settore torna a crescere nel 2015, ma c’è l’urgenza di una semplificazione normativa e la necessità di ripensare l’oneroso quadro fiscale, mentre va bene l’export e rimane l’esigenza di conquistare nuove fette di mercato. Grande spinta all’internazionalizzazione arriva con gli accordi con Usa, Canada e Vietnam”, ha detto sottolineando che “vanno implementati la promozione della cultura del bere responsabile ed interventi formativi mirati e le informazioni al consumatore e il valore dei nuovi mezzi di comunicazione”.
“Nel contesto del mercato agroalimentare italiano, dopo un 2014 di grandi incertezze in cui i consumi interni si sono contratti, il 2015 si è aperto con un trend positivo per i settori rappresentati da Federvini, che lascia ben sperare per i prossimi mesi”, ha detto, sottolineando che “per dare un’ulteriore spinta al comparto occorre che il Governo e le Istituzioni vengano maggiormente incontro alle esigenze di semplificazione burocratica, da una parte, e di alleggerimento fiscale dall’altra. Puntiamo molto sull’export che continua a crescere ed è per questo che sul fronte dell’internazionalizzazione rileviamo l’importanza degli accordi di libero scambio”.
Lo scenario di riferimento di Federvini rappresenta all’interno dell’industria alimentare italiana, la prima voce dell’export. Boscaini ha messo in luce che “nel 2014 le esportazioni di vini e mosti hanno confermato un andamento positivo sia in valore con 5 miliardi 281 milioni di Euro (+1% sul 2013) che in volume con 21 milioni 548 mila hl (+0,3%). Gli spumanti hanno registrato un trend di crescita importante sia in valore (+13,9%) che in volume (+18,2%). Il Regno Unito è il mercato più premiante con aumenti in valore del 43,2% e in volume del 51,9% rispetto al 2013”.
“I vini aromatizzati hanno presentato sensibili rallentamenti, con alcune eccezioni in Romania e in Ungheria con aumenti in volume pari rispettivamente al 16,3% e al 10,8%. In ambito extra UE, gli USA sono il primo paese di destinazione, con un valore che supera il miliardo di euro (+ 4,4%); all’interno dell’UE la Germania ed il Regno Unito mantengono la leadership, rispettivamente con 996 milioni e 665 milioni”, ha aggiunto.
Inoltre, secondo Boscaini, “la Germania è la prima destinazione delle acquaviti, dei liquori e delle altre bevande alcoliche con quasi 188 mila ettanidri, seguita dagli Stati Uniti con 147 mila ettanidri e dalla Francia con quasi 140 mila ettanidri”. Complessivamente le esportazioni di vini e mosti in valore sono destinate per il 53,1% all’Unione europea, per il 46,9% ai mercati extra Ue. Il settore delle acquaviti e dei liquori è concentrato nel mercato europeo rispettivamente con il 77,5% ed il 68,2%, mentre negli altri mercati raggiungono il 22,5% ed il 31,8%.
Il prof. Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison e docente di Economia dell’Università Cattolica di Milano, ha precisato che “con un export in costante crescita e un surplus commerciale di 5 miliardi di euro nel 2014, il settore del vino e degli spumanti è uno dei più importanti dell’economia italiana non soltanto dal punto di vista produttivo ed occupazionale ma anche del commercio estero. A ciò vanno aggiunti i contributi specifici di altri comparti del settore aggregato italiano dell’enologia, dei derivati dell’uva e delle bevande alcoliche. L’Italia per bilancia commerciale è seconda al mondo sia nei vini sia negli spumanti ed è prima nei liquori, nei vermouth e negli amari, nonché negli aceti. L’importanza dei vini e delle bevande alcoliche nell’export regionale e provinciale italiano è straordinaria. I vini sono la prima voce assoluta dell’export di 4 province e figurano tra le prime 10 voci di export in altre 13 province nonché, complessivamente, in ben 7 regioni”, ha concluso Fortis.
Boscaini ha pure sottolineato che “Expo Milano 2015 è un appuntamento atteso e seguito con attenzione da parte della Federvini. Sono grandi le aspettative legate ad esso per valorizzare l’intero settore dell’industria alimentare e per mostrare e dimostrare al mondo l’Italia che sa fare bene”. Anzi, è “la prima volta che una Expo sceglie un tema: food, bevande, fame nel mondo, argomenti sociali. È stato anche inaugurato il Padiglione del Vino con il ministro Martina. È auspicio che possa essere soprattutto un grande momento culturale: la storia, la tradizione e l’innovazione, sono gli ingredienti che contraddistinguono le nostre aziende ed i nostri prodotti, tutti elementi di cui ci sentiamo orgogliosi e che riteniamo siano preziosi nel contribuire ad arricchire e rafforzare l’immagine del nostro Paese”.
Boscaini ha sottolineato che si tratta di “un settore simbolo per l’Italia”, ed ha rimarcato che “l’UE assegna i fondi ai Paesi, ma negli ultimi 3 anni abbiamo perso circa 100 milioni di euro: siamo riusciti a sprecarli! Ci auguriamo che anche qui si riesca invece a creare un sistema virtuoso”.
Per quanto riguarda la semplificazione legislativa e gli oneri fiscali in un contesto che vede importanti risultati sul fronte dell’export, il presidente di Federvini ha ribadito la necessità di vedere riconosciuta, da parte delle Istituzioni, una maggiore semplificazione legislativa prima di considerare nuovi obblighi normativi, ed ha inoltre sottolineato gli oneri che pesano sulle imprese. “Le nostre aziende”, secondo Boscaini, “si trovano quotidianamente davanti a un sistema amministrativo appesantito da un eccesso di burocrazia. Basti pensare all’enorme numero di comunicazioni preventive e successive alle operazioni di produzione; ai controlli per le DOP e le IGP e alla duplicità di registri e documenti, telematizzati e cartacei, obbligatori. Ancora oggi, inoltre, le comunicazioni verso le Regioni non sono armonizzate e questo comporta complicazioni per i sistemi software delle aziende che operano su aree territoriali differenti”.
E non basta. Per Boscaini, infatti, “la situazione si complica maggiormente quando si fa riferimento ai provvedimenti fiscali e alle accise che hanno generato ingenti ed inutili costi ed oneri a carico delle aziende, costrette a far fronte all’aumento delle accise del 30% in soli quindici mesi e a dover adeguare di conseguenza le cauzioni obbligatorie. Per questo Federvini si pone l’obiettivo di valorizzare numeri e dati positivi che spesso non si conoscono”
Infine il presidente ha ribadito che la Federvini “vuole contribuire concretamente e direttamente alla promozione della cultura del bere consapevole e misurato con interventi informativi ed educativi. A tal proposito stiamo avviando un nuovo ed ambizioso progetto di educazione dedicato agli operatori addetti alla somministrazione delle bevande alcoliche”.
di Patrizia Marin
27 Maggio 2015