Il Prosecco, è proprio il caso di dirlo, fa scuola. È stato siglato infatti un accordo, unico in Italia, con il quale il Prosecco Doc diviene ufficialmente materia di studio per gli studenti della Shanghai Trade School. Un modulo di 14 ore inserito nel programma scolastico di migliaia di giovani iscritti che anelano a diventare professionisti della ristorazione e dell’hôtellerie. Il modulo comprende lezioni relative a territorio di origine, metodi di produzione, tecniche di degustazione e studio degli abbinamenti del Prosecco Doc con i piatti della cucina cinese.
“La Cina è un mercato che presenta grandi potenzialità ancora inespresse”, ha detto Kar Mein Lim, sommelier tra le più note e stimate in Cina, “c’è bisogno di formare nuove figure professionali legate al mondo del vino, perché la richiesta di personale qualificato è in forte crescita nel nostro Paese. E non è vero che i cinesi amano solo il vino rosso, è che lo conoscono di più grazie alle campagne francesi. Personalmente amo la freschezza del Prosecco al punto che lo berrei a colazione, pranzo e cena”.
Solo l’1% dell’export complessivo, pari nel 2014 a 200 milioni di bottiglie di Prosecco Doc, prende il volo per la Cina. Questa cifra, quindi 2 milioni di bottiglie circa, è però significativa se comparata alle più note bollicine d’oltralpe delle quali, pur considerata l’importante storia e la lunga tradizione commerciale col Celeste Impero, se ne importano in Cina meno della metà, secondo Global Trade Atlas.
Si consideri inoltre che i dati della stessa fonte relativi al primo trimestre 2015 rivelano un incoraggiante trend di crescita del Prosecco verso la Cina del + 45% rispetto allo stesso periodo 2014 .
“Far conoscere il nostro Paese attraverso un vino, far apprezzare un vino attraverso il territorio che lo esprime. Questo è il lavoro che stiamo facendo come Consorzio”, ha detto il presidente Stefano Zanette, “la nostra denominazione, che comprende nove meravigliose province del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, è un territorio incredibilmente ricco di paesaggi incantevoli, di tesori d’arte e cultura e di manifestazioni dell’ingegno umano di inestimabile valore. Deve passare il messaggio che il termine Prosecco designa un territorio, un’area geografica e non un vitigno. In Cina come nel resto del mondo”.
Integrando un più ampio programma di attività info-formative rivolte alla Cina che includono Master Class, degustazioni, eventi e pubblicazioni, tale progetto prenderà avvio col prossimo anno scolastico e, stando alle dichiarazioni di Cao Guoyu, direttore generale della scuola governativa Shanghai Trade School, avrà una “durata molto lunga”.
Intanto il Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene ha reso noto che per il Prosecco superiore è stato avviato un monitoraggio ad alta risoluzione per ridurre i trattamenti. Insomma, nuove risorse e moderne strumentazioni per la verifica dell’evolversi delle malattie, così la viticoltura del Conegliano Valdobbiadene diventa sempre più green. Non più solo la messa al bando dei prodotti fitosanitari di classe molto tossico, tossico e quelli nocivi a maggiore tossicità, compresi quelli a base di Mancozeb e Folpet.
Il Protocollo Viticolo 2014, elaborato dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, diventa ancora più attento alla tutela dell’ambiente e lo fa dando ai produttori servizi ed assistenza tecnica di tipo innovativo. Il Consorzio di Tutela, infatti, ha creato un vero e proprio “Sportello Viticolo”, sostenuto dalla presenza di giovani diplomati e laureati cui è affidato il compito di visitare, giorno dopo giorno, i vigneti della Docg.
Lo “Sportello” risponderà ai quesiti tecnico viticoli, alle problematiche contingenti, sfruttando nuove tecnologie, come i rilevatori satellitari, per il rilievo ed il continuo monitoraggio dell’evolversi dell’attività vegetativa e delle malattie fungine all’interno dell’area della Docg, consentendo così di intervenire in modo adeguato e tempestivo.
di Eleonora Albertoni
28 Luglio 2015