Per la Dieta Mediterranea la prossima tappa potrebbe essere Dubai, dove si svolgerà l’Expo 2020. È quanto emerso al “Forum Internazionale della Dieta Mediterranea”, al Padiglione Unione Europea a Expo Milano 2015, e a cui Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha fatto arrivare un messaggio di ringraziamento a Enrico Lupi, presidente del Forum Dieta Mediterranea per il contributo fondamentale dato.
Il ministro ha rammentato che “la dieta mediterranea è sempre più un concetto attuale e quanto meno necessario, sia dal punto di vista nutrizionale che economico, culturale ed educativo e questo vale tanto più per il nostro Paese, per il suo specifico modello agricolo e alimentare. Ma non solo: la dieta mediterranea costituisce una risposta fondamentale per il grande tema che è al centro di Expo, ovvero nutrire il pianeta. Di fatto, questo incontro e tutti quelli che caratterizzano la Settimana della Dieta Mediterranea, sottolineano come la dieta vada ben oltre il cibo. Nel mondo sono ben 1,3 miliardi le persone che soffrono di disturbi legati a una cattiva alimentazione, soprattutto tra i più giovani: alla luce di tutto ciò abbiamo l’obbligo di ripartire dai principi della dieta mediterranea anche nelle scuole, dove abbiamo modo di incidere positivamente sui bambini e quindi anche sulle loro famiglie. È un segnale importante, poi”, ha proseguito Martina, “la creazione proprio a Expo del Network delle Comunità della Dieta Mediterranea UNESCO, una rete di città, comunità, centri di ricerca, associazioni ed espressioni della società civile che si impegnano a valorizzare il mangiare mediterraneo”.
Il simposio è stato organizzato da MIPAAF, Camera di Commercio di Imperia e Azienda Speciale Promimperia, in concomitanza con la “Prima Giornata Mondiale della Dieta Mediterranea” e inserito tra gli eventi della “Settimana della Dieta Mediterranea”, che ha posto l’attenzione su alcuni concetti strategici legati alla dieta mediterranea e acceso i riflettori su alcune best practices nazionali nei paesi riconosciuti “Patrimonio UNESCO”, ovvero Italia, Spagna, Grecia, Marocco, Croazia e Cipro.
La Carta dei Valori della Dieta Mediterranea, presentata da Alessandro Zagarella, dell’Università degli studi di Roma e responsabile del progetto “Carta dei Valori della Dieta Mediterranea e del network delle Comunità Italiane della Dieta Mediterranea”, contiene molti dei concetti affrontati durante il Simposio. Zagarella ha sottolineato come la Carta sia “un documento programmatico che nasce dall’esigenza di superare le problematiche sorte a livello nazionale subito dopo il riconoscimento UNESCO e rappresentate essenzialmente dalla frammentarietà delle attività, che possono essere la valorizzazione dei riconoscimento UNESCO, l’enciclopedia dei valori della Dieta Mediterranea e la conoscenza limitata della normativa internazionale”.
Attraverso la firma di questa Carta, le comunità italiane che negli ultimi dieci anni si sono occupate di valorizzare il patrimonio UNESCO della Dieta Mediterranea si impegneranno nei prossimi anni, insieme al Ministero delle Politiche Agricole e alla Comunità Emblematica di Pollica, a valorizzare in maniera sistemica per ricavarne vantaggi diretti e indiretti, il riconoscimento che l’UNESCO ha assegnato alla dieta mediterranea nel 2010.
La dieta mediterranea non è da considerarsi un mero valore nutrizionale, ma molto importante è anche il peso economico che questo stile di vita ha nel nostro quotidiano. Il tema è stato affrontato dal prof. Alberto Mattiacci, ordinario di Economia e Gestione delle Imprese a La Sapienza di Roma, nonché direttore scientifico di Eurispes e presidente della Società Italiana Marketing, il quale ha sottolineato come ” l’Istat stima per l’Italia il valore della spesa alimentare media mensile in circa 460 euro, di cui due terzi (circa 350 euro/mese) destinati all’acquisto di prodotti che si riconoscono nella piramide della dieta mediterranea. Inoltre uno studio congiunto de La Sapienza e dell’Università di Parma ha verificato come circa l’80% del venduto alimentare della distribuzione moderna sia generato dalle categorie della dieta mediterranea.
Da un altro studio de La Sapienza è emerso che il potenziale delle offerte turistiche imperniate sulle valenze narrative della dieta mediterranea ammonta a circa 800 milioni di euro. Un business che si costruisce facendo leva su due concetti: creare nuove opportunità e perseguire uno sviluppo sostenibile in termini di sviluppo economico, inclusività sociale e sostenibilità ambientale”.
Le potenzialità della Dieta Mediterranea potrebbero tuttavia portare a un allargamento dell’area interessata dal nostro “stile di vita”, arrivando anche a coinvolgere i Paesi arabi che, pur non essendo direttamente affacciati sul Mare Nostrum, vengono comunque raggiunti e conquistati da quello che è lo stile agroalimentare del Made in Italy. E con questi presupposti, la Dieta Mediterranea potrebbe aspirare a essere uno dei protagonisti della prossima Esposizione Universale, nel 2020 a Dubai. È l’auspicio di Riccardo Garosci, capo progetto del Comitato di candidatura Expo Milano 2015, presidente del Comitato per l’Educazione Alimentare del Ministero dell’Istruzione e coordinatore dell’analogo tavolo tematico per la “Carta di Milano” Garosci ha sottolineato come “quanto emerso da Expo Milano 2015, una irripetibile occasione di confronto tra i Paesi del mondo su come nutrire responsabilmente il pianeta, continua a perpetrare la sua eredità immateriale guardando già alla prossima Esposizione, Dubai 2020, che sarà dedicato al tema ‘Uniamo le menti, le culture, costruiamo insieme il futuro’”.
Tra Expo Milano 2015 e Dubai 2020 è infatti già stato firmato un Protocollo d’Intesa per portare avanti anche in tale occasione il tema dell’alimentazione sviluppato in Italia. C’è un vivo interesse da parte di tutti a proseguire con azioni concrete di stampo culturale ed educativo su un tema molto caro anche ai paesi arabi, in quanto notoriamente innamorati delle eccellenze del food Made in Italy. “Il Forum”, ha aggiunto Garosci, “è chiamato a lavorare da oggi e per i prossimi cinque anni, perché questi temi possano mantenersi attuali e diventare argomento di confronto anche nella prossima Esposizione Universale”. Per questo è importante pensare di ampliare ulteriormente il ventaglio dei paesi coinvolti: non è condizione essenziale essere affacciati sul Mediterraneo per far parte di questo progetto, ma condividerne, valorizzarne e impegnarsi a promuoverne i principi”.
di Girogio de Camillis
19 Settembre 2015