Il latte veneto di qualità è ricco di Omega 3 e aiuta a star bene. La scoperta è stata annunciata a Expo Milano 2015, nel padiglione del Veneto, dai tecnici delle filiere lattiero-casearia e zootecnica, presentando le novità dei disciplinari che regolano la produzione del latte QV, cioè a qualità verificata. Nelle stalle contrassegnate dal logo “QV”, qualità certificata, i semi di lino sono entrati nella dieta delle vacche da latte. E si è così potuto verificare che il latte prodotto è diventato ricco di Omega 3, cioè di quei particolari acidi grassi che favoriscono la diminuzione dei trigliceridi e del colesterolo ‘cattivo’ e aiutano a prevenire le patologie degenerative, specie quelle cardiache, e diminuire la pressione alta.
Recenti studi condotti dal Dipartimento di biomedicina comparata dell’Università di Padova, hanno infatti dimostrato che l’aggiunta di lino estruso alla dieta di vacche in lattazione ha favorito un miglioramento significativo del contenuto di Omega 3 del latte.
Sulla base di questi risultatati il disciplinare QV del Veneto consiglia di includere almeno 250 g/capo/giorno di lino nella dieta delle bovine. I semi di lino sono antiossidanti e contengono inoltre, nel guscio, i lignani vegetali, fitoestrogeni, caratterizzati da un’ampia gamma di attività biologiche, comprese quelle antiossidanti.
Gli effetti positivi si osservano sia in termini di riduzione dello stress ossidativo, soprattutto nella fase del pre-parto e nel miglioramento della fertilità delle bovine.
Il progetto ‘Omega 3‘ è la punta di diamante dei disciplinari di qualità verificata (QV) messi a punto dalla Regione Veneto, con l’ausilio dei tecnici di Veneto Agricoltura. “Investire su qualità e ricerca è la nostra ricetta per superare la crisi”, ha affermato Giuseppe Pan, assessore all’Agricoltura del Veneto, “il lattiero-caseario è infatti uno dei comparti maggiormente interessati dalla crisi dei mercati causata dalla globalizzazione”.
Il Veneto è il terzo produttore in Italia di latte e formaggi, alle spalle di Lombardia ed Emilia-Romagna, con 3379 aziende, oltre 11 milioni di tonnellate di latte (pari al 10% del totale nazionale) e circa 450 milioni di euro in valore. L’85% del latte prodotto in Veneto diventa formaggio: per il 60 per cento sono formaggi a denominazione di origine protetta (il 17 % dei Dop prodotti in Italia), per il 25 % sono formaggi tipici.
Il Veneto si contraddistingue a livello europeo per la sua elevata specializzazione aziendale e per l’utilizzo di razze da latte ad alta produttività (Frisona italiana e Bruna italiana su tutte, capaci di produrre oltre 90 quintali di latte annuo per capo la prima e quasi 80 quintali la seconda), ma anche per l’alimentazione ad alto valore energetico.
Un settore, dunque, strategico per l’economia agricola veneta, che però l’attuale grave crisi di mercato che sta scuotendo l’Unione Europea rischia di minare in profondità.
di Eleonora Albertoni
6 Ottobre 2015