L’olio italiano è una superstar sia nel web che nella grande distribuzione, non solo in Italia ma anche in Europa e negli USA. Insomma l’olio a buon titolo nel mondo rientra tra le eccellenze del Made in Italy. Ma ci sono ancora problemi comunicazioni da risolvere. Scarsa percezione del valore della certificazione di qualità e una alta reputazione nel web dell’olio italiano nei media di tutto il mondo sono, infatti, due concetti in apparente antitesi tra loro che mostrano le varie sfaccettature del comparto oleario italiano, messo in evidenza da una parte la capacità di promuovere l’olio italiano nel mondo e, dall’altra, la difficoltà a instillare nel consumatore una conoscenza dei marchi DOP e IGP tale da permettere il riconoscimento del valore aggiunto derivante dalla certificazione di qualità.
Questo è uno dei risultati della ricerca “L’oro verde italiano. Indagine online e offline sull’olio extravergine DOP/IGP italiano”, condotta da Ismea e Aicig, con la collaborazione di Zowart Creative Agency, presentata da Fabio Del Bravo, direttore servizi per il mercato di Ismea; Francesco Carnevale, presidente e direttore creativo di Zowart Creative Agency; Pier Maria Saccani, segretario generale di Aicig, e le cui conclusioni sono state affidate a Luca Bianchi, capo del Dipartimento delle politiche competitive della qualità agroalimentare, ippica e della pesca MIPAAF. L’incontro è stato moderato da Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita, e vi hanno partecipato, tra gli altri, anche Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; Massimo Fiorio, vicepresidente della stessa Commissione; Colomba Mongiello, deputato e membro della Commissione.
Tre gli obiettivi in particolare ci sono quelli di analizzare la presenza di Olio Extravergine di Oliva DOP/IGP italiano in un numero selezionato di punti vendita in USA e in Europa; di studiare la percezione del prodotto nei social media e blogger italiani e stranieri e di analizzare il livello di comunicazione in rete offerto dai Consorzi di oli associati ad Aicig.
L’analisi si è concentrata su come e quanto il concetto di olio extravergine d’oliva in generale, e italiano a denominazione in particolare, venga percepito dal consumatore finale, nel tentativo di individuare quei gap informativi che possono incidere negativamente sulle scelte al momento dell’acquisto.
L’indagine, tra gli altri spunti di riflessione, ha rivelato che la tipologia extravergine, di varia origine, marca nettamente la sua presenza tra gli oli d’oliva in generale negli scaffali della grande distribuzione organizzata (con un’incidenza costantemente al di sopra del 60%) e nelle discussioni animate sui blog e su altri canali on-line considerati tra i più influenti del web.
In particolare, l’olio extravergine italiano (o individuato/percepito come tale) prevale rispetto a prodotti comparabili di altra provenienza geografica, in termini di presidio dei mercati al consumo (con picchi stimati in taluni casi anche oltre il 60%) e di conversazioni analizzate sulla rete.
Un dato su tutti: l’extravergine d’oliva italiano è l’argomento più discusso nella blogosfera statunitense (42,7% è la stima del peso delle discussioni riguardanti il prodotto nazionale in rapporto a quelle dedicate all’extravergine in generale). I concetti più richiamati nelle discussioni richiamano il legame con il territorio e il sistema di controllo, un segnale importante per le produzioni Dop e Igp. E anche questo è Made in Italy!
di Eleonora Albertoni
8 Ottobre 2015