È “Vegorino Romano” il primo alimento fermentato con probiotici e stagionato, al 100% vegetale, prodotto dall’agricoltura italiana, senza glutine e naturalmente senza colesterolo. Destinato soprattutto ai vegani. In Italia, infatti, aumenta costantemente il numero di vegetariani e vegani, ma anche di persone attente ad una alimentazione “salutare”. Ed è un trend crescente anche quella parte di popolazione che ha un approccio alla propria salute ragionato, costantemente alla ricerca di un maggior benessere attraverso un’alimentazione più sana, rivolta soprattutto ai cibi vegetali.
Principalmente a questi consumatori è dedicato il “Vegorino romano”, che è stato appena presentato dalla Vegcoach company srl, nell’ambito del “Wellness food fest-Gluten free days”, nel Palazzo dei Congressi.
Realizzato artigianalmente da materie prime 100% vegetale esclusivamente da agricoltura italiana, fermentato con probiotici, proteico, ricco di calcio e magnesio, il “Vegorino Romano” è la risposta alle esigenze di quanti vogliono coniugare gusto, salute e valori etici. Il primo alimento stagionato, che ricorda il più classico formaggio della tradizione romana.
“Vegorino Romano” è un alimento innovativo, perché basato sulla fermentazione di frutta secca in guscio – mandorla in questo caso – e stagionatura di un cibo vegetale, su cui non ci sono esperienze commerciali nel nostro paese, né tantomeno alcuna letteratura scientifica. Mandorle italiane intere (non con latte di mandorla come altri prodotti in commercio), spezie di gusto mediterraneo tra cui erbe spontanee dei Monti Sibillini. Poi è fermentato con probiotici. Infine, viene fatto stagionare. Il “Vegorino Romano” si può sia spalmare che grattugiare.
“In commercio ci sono per lo più prodotti spalmabili”, ha spiegato Roberta Bartocci, ideatrice della figura professionale Vegcoach, biologa nutrizionista esperta in alimentazione e nutrizione a base vegetale, “ma questo, a inizio stagionatura è spalmabile mentre dopo due mesi si può anche grattugiare sulla pasta”. Bartocci ha illustrato le proprietà nutrizionali, certificate dalle analisi effettuate in uno dei migliori laboratori accreditati in Italia, nel campo dell’analisi nutrizionale, e ne ha descritto gli impieghi gastronomici.
Insomma, basta immaginare una versione vegana dei classici spaghetti romani ‘cacio e pepe’ grazie al “Vegorino romano”, un’alternativa interamente vegetale al classico pecorino romano, un nuovo “formaggio” privo di colesterolo e glutine, proteico, e ricco di calcio e magnesio”. Vegcoach company srl si sta avvalendo dei contatti con enti di ricerca ed università per meglio caratterizzare questa novità e migliorarla sotto il profilo della nutrizionale.
Il tutto si colloca in uno scenario che sta dicendo addio alla carne e il vegan-friendly sta conquistando mercato. In Italia il modello vegetariano e vegano ha sempre più seguaci. I simpatizzanti dell’abitudine alimentare sono quantificati in 1,15 milioni di persone tra i 18 e i 64 anni.
Diverse le motivazioni alla base del cambiamento, da quelle salutistiche appunto, che individuano nelle proteine animali una delle cause di malattie cardiovascolari, metaboliche e tumorali, alle motivazioni ecologico-umanitarie, che considerano l’allevamento come una delle maggiori fonti di inquinamento e consumo idrico, oltre che di impoverimento delle risorse del Pianeta a scapito delle popolazioni più povere, fino alla motivazione etica più forte, che origina dalla considerazione dell’animale svincolata dalla visione utilitaristica, che lo identifica come fonte di cibo.
Così sono sempre di più gli italiani che decidono di non mangiare carne. Secondo il rapporto “Eurispes 2015” quelli che hanno scelto di escludere le proteine animali dalla propria alimentazione nel 2014 sono stati il 7,1% della popolazione (circa l’1% in più rispetto all’anno precedente): 4,2 milioni di persone nel 2014, mentre nel 2013 erano stimati a 3 milioni e 720 mila, con una crescita complessiva del +15%.
Il trend è confermato anche da una recente indagine commissionata a GfK Eurisko da “TreValli”: dal 2006 a oggi sono 2 milioni gli italiani che hanno preso le distanze dalla carne, con il 18,1% che la consuma meno di una volta a settimana, mentre aumentano quelli che si ispirano a modelli vegetariani e vegani.
Nello specifico il modello vegetariano e vegano raccoglie consensi dal 3% degli intervistati, identificando un’Italia vegan-friendly fatta di 1,15 milioni di persone tra i 18 e 64 anni. Sono 4 su 5 gli italiani che conoscono alimenti a base di soia, e sfiorano il 40% quelli che li consumano abitualmente o ne hanno fatto uso almeno una volta negli ultimi 6 mesi.
L’acquirente tipo viene dal Nord-Ovest (36%), abita in grandi città (13%) e occupa posizioni dirigenziali (25%); sono prevalentemente donne (58%), tra i 45 e i 54 anni (28%) e in possesso di una laurea (17%).
A finire più spesso nei carrelli della spesa sono la panna vegetale (15%), le bevande sostitutive del latte (conosciute da oltre la metà del campione e scelte dal 14%) e i piatti pronti a base di soia (12%).
Diverse le motivazioni alla base del cambiamento, da quelle salutistiche appunto, che individuano nelle proteine animali una delle cause di malattie cardiovascolari, metaboliche e tumorali, alle motivazioni ecologico-umanitarie, che considerano l’allevamento come una delle maggiori fonti di inquinamento e consumo idrico, oltre che di impoverimento delle risorse del Pianeta a scapito delle popolazioni più povere, fino alla motivazione etica più forte, che origina dalla considerazione dell’animale svincolata dalla visione utilitaristica, che lo identifica come fonte di cibo.
di Eleonora Albertoni
10 Ottobre 2015