Se non fosse per il degrado, la sporcizia e le buche, le crescenti carenze e inefficienze dei servizi pubblici e la dilagante impunità, Roma potrebbe a buona ragione assurgere al titolo di Capitale del Mondo. Nel suo territorio infatti c’è una concentrazione di rappresentanze diplomatiche che non si riscontra altro. Negli USA, tanto per dissipare una obiezione, le ambasciate sono a Washington DC mentre a New York ci sono solo sedi consolari. Mentre a Roma ci sono 139 missioni permanenti presso la Repubblica Italiana; 78 presso la Santa Sede ma ubicate in Italia non certo nell’esiguo territorio della Città Stato del Vaticano; 134 presso la FAO. Il totale arriva a 351. Ma ce ne sono molte anche presso l’IFAD e il Sovrano Ordine Militare di Malta, nonché 73 presso la Repubblica di San Marino. Lo ha rilevato una analisi del Festival della Diplomazia, in corso nella capitale italiana ma anche nel suo hinterland.
Secondo lo studio, in queste sedi lavorano circa 2.275 diplomatici, compresi i dipendenti delle cancellerie, di uffici commerciali, uffici culturali e uffici militari. Ma i numeri sono maggiori se si considera il personale che lavora per i servizi vari a ridosso delle ambasciate e delle rispettive residenze. E non parliamo di quelli che a vari titoli e incombenze ufficiali in realtà operano per l’intelligence di molti Paesi.
I Paesi numericamente più rappresentativi in termini di personale diplomatico, informa ancora la ricerca del Festival della Diplomazia, sono Arabia Saudita, Algeria, Canada e Cina.
La ‘geografia’ diplomatica nella Capitale italiana vede 43 rappresentanze di Paesi europei, 38 dell’Africa, 23 americane, 33 asiatiche e 2 dell’Oceania. Solo per la Santa Sede ci sono dislocate a Roma 78 missioni permanenti. Presso la FAO gli Stati accreditati sono 134 con 648 diplomatici, ma di essi non tutti poi risiedono in riva al Tevere.
Ma questo non basta. Roma, infatti, ospita 26 delle principali organizzazioni internazionali attive nelle politiche di cooperazione e sviluppo di Paesi emergenti. Di esse 10 appartengono al novero delle organizzazioni afferenti all’ONU, 4 alle istituzioni europee e 12 intergovernative. Insomma, Roma è il terzo polo delle Nazioni Unite.
Secondo il Festival della Diplomazia, su un campione del 79% del totale, all’interno di queste organizzazioni lavorano 5.842 persone, di cui il 65% di nazionalità straniere. Ma per FAO, PAM e IFAD si arriva al 93% di personale straniero.
E non basta ancora. Roma si pone al 18.mo posto nel mondo per network e connettività grazie alla presenza di 25 organizzazioni non governative rilevanti al mondo, come WWF, Amnesty International, Save the Children. Nel complesso nella capital italiana si attestano 337 sedi di Organizzazioni Non Governative, di cui 122 operanti nel settore religioso, 111 per la cooperazione e la solidarietà internazionale, 37 nella cultura e ricerca, 24 tra le organizzazioni internazionali, 11 nell’agroalimentare, 3 per la promozione e la difesa degli animali e ambiente, 2 nelle telecomunicazioni e 15 in altri settori.
Infine un capitolo a parte lo merita l’internazionalizzazione del sistema universitario romano e i centri di cultura nazionali e stranieri che hanno sede all’ombra del Colosseo, che è in grado di attivare un numero rilevante di studenti e di esperti da diversi Paesi del mondo. Roma è la prima città italiana per numero di studenti stranieri immatricolati. In soli due anni il numero degli universitari non italiani è cresciuto in maniera esponenziale, passando da mille immatricolazioni dell’anno accademico 2011/2012 al 2.460 dell’anno accademico successivo.
di Dario de Marchi
24 Ottobre 2015