Ai blocchi di partenza la commercializzazione del vino Novello 2015. Si tratta di un vino particolare, giovane, disimpegnato, piacevole che ben si sposa a molti prodotti dell’autunno. Quindici anni fa faceva registrare grande interesse sia in Italia che all’estero. Oggi la sua produzione e, quindi, le vendite sono un po’ offuscate. Assoenologi stima che la produzione 2015 sarà tra i 3 ed i 4 milioni di bottiglie, contro i quasi 10 milioni del 2010.
Prodotto per la prima volta in Italia nel 1975 dalla Marchesi Antinori, è stato successivamente regolamentato con almeno il 40% di uve sotto-poste a fermentazione con macerazione carbonica, un metodo piuttosto costoso, sia in termini di materia prima che di tecnologia.
“In sintesi”, ha spiegato Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, “i grappoli interi vengono stipati in serbatoi di acciaio in cui viene immessa anidride carbonica. Le uve restano nei contenitori per circa due settimane a una temperatura di 28°-30°: Durante questo periodo si attiva una autofermentazione enzimatica che trasforma gli zuccheri in alcol e stimola la produzione di glicerolo, elemento principe della morbidezza del vino e responsabile dell’estrazione dei componenti della buccia, limitando il rilascio di parti significative di tannino, responsabile della sensazione di astringenza. L’uva viene poi pigiata e subisce la normale fermentazione che si completerà in quattro o sei giorni. Completata la trasformazione da mosto a vino, il novello viene travasato, filtrato e messo in commercio”.
La menzione tradizionale “Novello” o “vino Novello” è disciplinata dal Decreto Ministeriale 13 agosto 2012 ed è riservata alle categorie dei vini Dop e Igp, tranquilli e frizzanti. I relativi metodi di elaborazione e l’epoca in cui detta tipologia deve essere immessi al consumo sono specificati nell’allegato 7 de prima citato DM.
“La commercializzazione del vino Novello può avvenire alle ore 0.01 del 30 ottobre dell’annata di produzione delle uve”, ha aggiunto Martelli, ricordando che “questo vino non va confuso con il ‘vino nuovo’, che solitamente si commercializza a marzo-aprile e non subisce macerazione carbonica. La qualificazione ‘Novello’ o ‘vino Novello’ può essere utilizzata soltanto nella designazione dei vini a Indicazione geografica tipica o a Denominazione di origine i cui i disciplinari di produzione la prevedono.
Così sulle tavole il vino Novello Made in Italy si prevede che arrivino circa 2 milioni di bottiglie. Secondo la Coldiretti quest’anno il “deblocage” è anticipato, secondo quanto disposto dal decreto del ministero delle Politiche agricole, di quasi tre settimane rispetto al concorrente “Beaujolais nouveau” francese che si potrà assaggiare solo a partire dal 19 novembre 2015.
La qualità si prevede buona, ma la produzione di Novello risulta in forte calo rispetto al passato, tanto da aver raggiunto il minimo storico, per un fatturato sceso a circa 6 milioni di euro. Basti dire che appena dieci anni fa se ne producevano ben 17 milioni di bottiglie. Il vino da bere giovane, anche se apprezzato come prima produzione enologica dell’anno, ha perso dunque lo smalto del passato.
All’origine del fenomeno, secondo la Coldiretti, c’è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa i circa il 20 per cento rispetto a quelle tradizionali. Ma gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del Novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata.
Il “vino da bere giovane” è nato negli anni ’50 in Francia nella regione Beaujolais e le sue caratteristiche sono determinate dal metodo di vinificazione utilizzato che è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla macerazione carbonica. Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il Novello viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali, come le caldarroste. Ironia della sorte, il Novello raggiunge il minimo storico proprio nell’anno che vede il raccolto 2015 di castagne Made in Italy per la prima volta in ripresa dopo la vera e propria strage causata dagli attacchi del cinipide, il parassita cinese che fa seccare gli alberi ed ha provocato nei boschi italiani una vera strage.
di Eleonora Albertoni
29 Ottobre 2015