In un Paese come l’Italia in cui il numero delle persone over 65 anni è in continua crescita, tanto da diventare un nuovo target per le aziende commerciali e di servizi, come si nutrono i nostri anziani e quali sono i principali problemi legati alla loro alimentazione? Ad oggi sono 1,8 milioni gli anziani obesi in Italia, 1,9 milioni gli ultra sessantenni a rischio malnutrizione, 1,8 milioni quelli affetti da sarcopenia, ossia di perdita di massa muscolare, 19.500 sono i pazienti che ricorrono alla nutrizione artificiale a domicilio e 9,4 milioni quelli con carenza di vitamina D. Sono queste le cinque sfide da affrontare in nutrizione per il benessere e la salute degli anziani individuate nel “Manifesto delle criticità in nutrizione”, il documento che l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi), ha promosso in occasione di Expo Milano 2015, insieme ad un network di oltre 50 associazioni, illustrato all’interno del IV Congresso di Federanziani, in corso a Rimini.
“Troppo spesso quando si parla di nutrizione e alimentazione si fa riferimento alle criticità che interessano i bambini o gli adulti, ma pochi riflettono su come si nutrono gli anziani”, ha commentato Lucio Lucchin, past president Adi e promotore del Manifesto, “partecipare al Congresso di Federanziani con il Manifesto sottoscritto insieme e con il resto delle società scientifiche aderenti, tra cui 15 associazioni di pazienti e cittadini, dimostra quanto sia necessario l’intervento in quest’ambito a tutti i livelli. Questa collaborazione cominciata prima di Expo Milano 2015 e consolidatasi durante, continuerà per i prossimi 4 anni con l’appoggio del Ministero della Salute con la quale abbiamo già tenuto un primo tavolo tecnico, per far sì che le soluzioni proposte nel documento diventino quanto prima concrete e attuabili”.
“Delle dieci sfide contenute nel Manifesto cinque di esse interessano anche la popolazione anziana, come l’obesità dove la prevalenza tra i 64 e 74 anni è del 16%; scende al 12% tra i 74 e gli 85 anni e al 9% oltre gli 85 anni”, ha precisato Massimo Vincenzi, consigliere della Fondazione Adi, secondo il quale “in quest’ultima fascia d’età la riduzione di prevalenza è controbilanciata da un elevato grado di disabilità specie se associata a sarcopenia, un’altra criticità legata alla progressiva riduzione della massa muscolare e provocata da sedentarietà e invecchiamento, spesso frequente anche in pazienti sovrappeso o obesi”.
La malnutrizione calorico proteica, invece, è un problema clinico ed economico rilevante dovuto a un’ alterata assunzione di calorie o nutrienti che si presenta nel 30% degli anziani al momento del ricovero. Nelle residenze per la terza età la prevalenza di questa carenza si aggira mediamente sul 20%. Insieme ai pazienti over 65 che devono ricorrere alla nutrizione artificiale domiciliare, vi sono tantissimi anziani che soffrono di carenza di vitamina D e che presentano un rischio di mortalità superiore del 56%. Questo stato può generare rachitismo, osteomalacia, osteoporosi, ipertensione, cancro e diverse malattie autoimmuni.
“La promozione di uno stile di vita sano e una corretta attività fisica negli anziani come camminare, andare in bicicletta o il nuoto; il sollevamento pesi leggeri, può ridurre l’insorgere di patologie legate all’alimentazione e soprattutto la perdita muscolare legata all’età”, ha dichiarato Antonio Caretto, presidente Adi, che ha precisato che “la restrizione calorica nella persona anziana obesa deve essere moderata, ossia non superiore a 500 kcal/giorno; l’alimentazione comunque deve contenere quantità adeguate di proteine. superiori a quelle consigliate alla persona adulta giovane, ad elevato valore biologico soprattutto da legumi e pesce, adeguate quantità di calcio e vitamina D e seguire lo schema della piramide alimentare adatta agli over 65″.
di Leonzio Nocente
27 Novembre 2015