In occasione del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco con la Bolla pontificia “Misericordiae Vultus”, l’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano di Roma ospita dal 4 dicembre fino al 17 gennaio 2016 la mostra “Roma tra mappe e medaglie. Memorie degli Anni Santi”.
La rassegna intende raccontare, attraverso le mappe e le medaglie, Roma e il suo territorio, mettendo in evidenza le trasformazioni che il tessuto urbano ha subito nel corso dei secoli e in concomitanza dei diversi giubilei che si sono avvicendati dalla metà del XV secolo ai giorni nostri.
Roma, una città con quasi tre millenni di storia; gli Anni Santi, un cerimoniale che si ripete da settecento anni: questi i due poli di un percorso espositivo che, sotto la stimolante urgenza di un evento straordinario, vuole sottolineare l’influenza decisiva di una manifestazione religiosa di portata universale sullo sviluppo urbano del centro della cristianità. Roma, la città di pietra e di marmo, e gli uomini che l’abitavano rappresentano, quindi, il filo conduttore di un percorso a ritroso nel tempo che, utilizzando due categorie abbastanza inusuali di documenti, le mappe e le medaglie, indaga le trasformazioni di un ambiente urbano affatto originale, cercando di raccogliere l’eco di un vociare perduto che dava colore così agli stretti vicoli come alle ampie piazze, risuonando negli androni dei palazzi signorili e nelle affollate stanze di fatiscenti casupole.
Sono le mappe di Etienne Du Pérac, Giovan Battista Falda, Giovan Battista Nolli, Giovanni Battista e Gaetano Agretti, le mappe del Catasto Urbano di Roma, la Mappa del Centro Monumentale di Roma Antica della Direzione Generale del Catasto, la Media Pars Urbis degli Allievi della Scuola d’Applicazione per gli Ingegneri di Roma fino alla più recente Forma Urbis Romae, pubblicata per il Giubileo del 2000, che aiutano a ripercorrere secoli di storia della Città dei Papi.
Sono le medaglie ideate, modellate e incise nel corso dei secoli da Alessandro Cesati, da Gaspare Morone e Gaspare Mola, dagli Hamerani, da Francesco e Giuseppe Bianchi, da Giuseppe e Pietro Girometti, dai Cerbara, da Tommaso Mercandetti e da altri ancora che ci restituiscono la memoria di una città dove cavalli e carrozze, uomini e donne affollavano le ampie piazze, accorrendo in massa nelle Basiliche giubilari per assistere alla scenografica liturgia degli Anni Santi.
Sono le monete battute nel corso dell’Ottocento nelle zecche di Roma e di Bologna, spettatrici discrete dei cambiamenti che nel corso del secolo trasformarono profondamente la cattedra di Pietro liberandola dalle catene di un potere temporale oramai anacronistico, che ci trasmettono l’eco di ricchezze perdute.
Queste e molte altre le suggestioni che i preziosi materiali presentati nella mostra vogliono suscitare in chi saprà porgere orecchio alla loro voce, voci di carta e voci in metallo che il tempo non è riuscito a far tacere.
L’esposizione, a cura di Silvana Balbi De Caro, direttore scientifico del Museo della Zecca di Roma dell’IPZS, e di Flavio Celestino Ferrante, capo settore servizi cartografici della Direzione Centrale Catasto, Cartografia e Pubblicità Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, si avvale del patrocinio del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e dell’Opera Romana Pellegrinaggi, ed è promossa dall’Agenzia delle Entrate, dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato-Museo della Zecca di Roma, dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e da Modus, in collaborazione, Regione Lazio, Fondazione Geometri Italiani, Credeco, Geoweb, Gioco del Lotto-Lottomatica, Istituto Luce–Cinecittà e Rai Teche, che a vario titolo partecipano all’importante iniziativa. L’organizzazione e la realizzazione sono di Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia. L’ingresso è gratuito.
di Eleonora Albertoni
4 Dicembre 2015