A Roma è nato “Visionarea”, un nuovo progetto destinato all’arte contemporanea in chiave attuale e trasversale, partito da un’idea dell’artista Matteo Basilé e dall’Associazione Amici dell’Auditorium Conciliazione, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, di cui è presidente il prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele.
Si tratta di un organismo che unisce la creatività dell’arte e l’esperienza manageriale, proponendo un organismo solido e affascinante, ricavato intorno al “Chorus Cafè”, e che si estende fino all’interno degli spazi principali dell’Auditorium stesso. Un “Temporary art museum”, come viene definito sul sito ufficiale, con la direzione artistica di Matteo Basilé, dove potranno convivere arte, musica, cinema, moda, letteratura e food attraverso progetti site-specific e collaborazioni con altri fenomeni artistici e culturali nazionali e internazionali.
La sfida di Visionarea Temporary Art Museum è stata accolta con coraggio dalla Fondazione Terzo Pilastro, già da anni impegnata nella costruzione di nuove forme di dialogo interculturale anche grazie all’arte.
“Visionarea Temporary Art Museum è un’iniziativa unica a Roma: è non solo uno spazio espositivo, non solo un luogo di incontro fra onnivori della cultura, ma molto altro ancora: un incubatore di idee, un osservatorio privilegiato sull’arte contemporanea e, in un futuro si spera non lontano, un polo di produzione di progetti per artisti di tutto il Mondo”, ha detto il prof. Emanuele.
Si è deciso di affidare il compito e l’onore di aprire la stagione estiva di questo spazio alla fotografa tedesca Julia Fullerton-Batten, con la mostra “Korea”, curata da Clara Tosi Pamphili.
La serie ospitata da Visionarea Temporary Art Museum nasce dal forte interesse della fotografa alemanna per i contrasti che dominano il Paese, nei suoi scatti per lo più abitato da bellissime donne in abiti contemporanei in primo piano e sullo sfondo le modernissime architetture di Seoul. L’opera di immagini di Julia Fullerton-Batten illustra questa realtà con la poesia e la raffinatezza di una fotografia scattata su un set cinematografico. Il risultato è un’immagine sospesa nel tempo che allude a un accadimento recente o a qualcosa che deve ancora accadere. I suoi scatti sono esposti nei più grandi musei internazionali, dalla National Portait gallery di Londra al Thyssen-Bornemisza di Madrid.
di Patrizia Tonin
2 giugno 2015