Dopo il successo dell’edizione del decennale, che si è chiusa con un aumento del 12% di visitatori rispetto al 2013, “ArteGenova” si prepara a levare nuovamente le ancore, nella splendida cornice, a due passi dal mare, del Padiglione Blu della Fiera di Genova, per un viaggio che condurrà collezionisti e appassionati alla scoperta dei più grandi capolavori dell’arte moderna e contemporanea.
L’appuntamento è dal 13 al 16 febbraio. Se negli ultimi anni “ArteGenova” è cresciuta costantemente fino ad affermarsi come una delle manifestazioni di riferimento per il Nord Ovest, l’edizione si preannuncia ancor più ricca delle precedenti.
Alla proposta espositiva si affiancherà un importante calendario di eventi: dagli incontri con l’autore ai laboratori fino alle proposte che “mettono in contatto” il mondo dell’Arte moderna e contemporanea con gli altri linguag,i dell’arte.
Torna anche l’appuntamento con “CATS Contemporary Art Talent Show”, scommessa nata quattro anni fa dal direttore artistico Nicola Rossi che, coraggiosamente, ha deciso di dedicare una sezione agli emergenti: una vetrina importante per artisti che in molti casi dimostrano un grande talento, ma non sono ancora riusciti a trovare la strada per mettersi in luce e far conoscere la loro proposta alle gallerie d’arte e al “grande pubblico”.
La visita a “CATS” è così occasione per compiere un viaggio emozionante e per molti versi sorprendente che va dalle opere figurative classiche fino alle installazioni, alla video Arte e alle nuove tecniche del linguaggio contemporaneo.
Come già nelle scorse edizioni, anche quest’anno “ArteGenova” saprà rimanere fedele alla tradizione e al suo carattere di fiera capace di intercettare insieme sia il mondo dei collezionisti d’arte sia un largo pubblico di appassionati, rinnovando al tempo stesso la sua offerta.
A garanzia della qualità della proposta messa in campo, la lunga, consolidata e riconosciuta esperienza della società organizzatrice “NEF–Nord Est Fair”, che proprio nei giorni scorsi ha festeggiato il grande successo della venticinquesima edizione di ArtePadova.
Fra le novità più attese dell’edizione 2015 di “ArteGenova”, c’è la personale “Emilio Scanavino. Linguaggi”. L’esposizione proposta, a cura della Galleria Tonelli di Milano in collaborazione con l’Archivio Emilio Scanavino, presenta una ricca e interessantissima selezione di opere dal 1955 al 1982.
Un omaggio imperdibile a un artista che fu sempre intimamente legato alla “sua” Genova, un’occasione unica per compiere un viaggio lungo quasi un trentennio attraverso i momenti principali della ricerca dell’artista genovese scomparso nel 1986, per il quale la pittura, che aveva spesso natura biografica e rifletteva il suo tormento interiore, è stata coinvolgimento totale.
Già nelle prime opere degli anni Cinquanta gli orizzonti di Scanavino si spingono al di là dell’ambiente artistico genovese in cui si è formato e trovano riferimenti anche in ambito internazionale a partire dalla conoscenza a Londra di Edoardo Paolozzi, di Graham Sutherland e di Francis Bacon. Quest’ultimo affascina particolarmente l’artista ligure per la concezione di uno spazio che lascia alla pittura ampie possibilità espressive e simboliche. Dall’incontro con la poetica dell’Informale europeo nascono alcune opere in cui lo strato pittorico è denso di materia, e altre dove delicate velature di colore e segni grafici carichi di significati simbolici si dispongono armonicamente nello spazio. In Rituale del 1955 i tratti si collocano sulla tela come una scrittura intima: la dipendenza dalla casualità riscontrabile nell’informale, in Scanavino è assente, si percepisce piuttosto la tensione verso l’espressione di una dimensione interiore tormentata e sofferta.
Nelle opere degli anni Sessanta si accentua la sua peculiare visione dell’esistenza. I segni, divenuti più corposi e sicuri stabiliscono un ritmo e un tempo che sono incodificabili perché ogni volta diversi. Rituale (Trittico) del 1961, Come una crocifissione (1961), Finestra (1964) sono il risultato della meditazione sul tragico destino dell’esistenza umana e frutto della vana tensione al “fare”. Nel lessico della serie degli Alfabeti senza fine si riscontra invece una rinnovata scansione del tempo e dello spazio: su fondi monocromi l’artista traccia delineate e ripetute partiture. I segni decisi, metodicamente sovrapposti, si alternano questa volta a macchie di colore sfumate e a ghirigori meno perentori.
Le opere presentate sono state esposte in importanti sedi quali Palazzo Grassi a Venezia, Palazzo delle Esposizioni di Roma, lo Spazio Oberdan di Milano, la Kunsthalle di Darmstadt, la Biennale di Venezia. Sono pubblicate sul catalogo generale dell’Artista e registrate presso l’Archivio Emilio Scanavino di Milano.
di Eleonora Albertoni
05 Febbraio 2015