Con Augusto cambia il destino della Campania, dell’Italia e del Mediterraneo. Per celebrarne la figura a 2000 anni della sua morte, avvenuta a Nola, e raccontare i luoghi della regione che lo videro protagonista nell’ascesa al potere, la Soprintendenza per i Beni archeologici di Napoli ha presentato la mostra, al Museo Archeologico di Napoli, “Augusto e la Campania. Da Ottaviano a Divo Augusto. 14-2014 d.C.”
Il particolare legame che unì Ottaviano/Augusto alla Campania, nella fase della conquista del potere e una volta al comando dell’impero, è il tema della mostra a lui dedicata, che chiude le celebrazioni del bimillenario della morte.
Oltre 100 opere in mostra, alcune delle quali presentate per la prima volta al pubblico. Sono per la gran parte pezzi appartenenti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ai quali si aggiungono prestiti del Centro Caprense I. Cerio e dal Museo Diocesano di Capua. La mostra è finanziata dalla Regione Campania, fondi P.O.R. Campania F.E.S.R. 2007/2013, e realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Pompei, Ercolano e Stabia.
La mostra è stata inaugurata il 19 Dicembre 2014 e sarà aperta al pubblico sino al 04 Maggio 2015, presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con orario dalle 9:00 alle 19:30, per maggiori informazioni: www.archeona.beniculturali.it
Una selezione di opere tra quelle piu significative sarà fruibile anche attraverso un’app messa a disposizione dal Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali Databenc. “L’epoca di Augusto fu un’epoca di grandi trasformazioni per questi luoghi – ha spiegato Teresa Elena Cinquantaquattro, Soprintendente per i Beni archeologici di Napoli – trasformazioni che le opere in mostra testimoniano e custodiscono. Questa mostra rappresenta un grande rilancio per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli”.
Per l’occasione sono state esposte opere importanti ma sconosciute come il cratere di Gaeta, e sono stati restaurati pezzi di recente acquisizione, come il Marte scavato a Cuma o l’iscrizione dei Giochi Isolimpici dagli scavi della metropolitana di Piazza Nicola Amore, L’evento è frutto di una positiva sinergia tra Soprintendenza e Università Federico II di Napoli. Il percorso della mostra ricostruisce quasi cinematograficamente la parabola di Augusto, la storia dell’uomo, dell’uomo di potere e del dio. Lamostra non si esaurirà alla data di chiusura, molte delle opere resteranno nell’esposizione permanente del Museo Archeologico a completamento del grande sistema del museo di Napoli.
di Eleonora Albertoni
26 Dicembre 2014