Torna la nuova Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e la mostra “Time is out of Joint” inaugura il nuovo assetto frutto di sei mesi di lavori. “Il nuovo allestimento della Galleria nazionale curato con grande passione e intelligenza dalla direttrice Cristiana Collu affronta e vince una sfida cruciale per i nostri musei: divenire dei luoghi capaci di attirare un grande pubblico innovando forme e concezione del percorso espositivo con un approccio capace di esaltare le preziose collezioni che custodiscono”, ha dichiarato Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, “mi piace il modo in cui è stata ripensata la collocazione delle opere alla Galleria Nazionale, un patrimonio prezioso che risplende letteralmente di nuova luce grazie anche alla riapertura delle ampie vetrate dell’edificio. Oggi si è compiuto un passo importante nella direzione segnata dalla riforma del sistema museale”.
Il nuovo assetto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea è il frutto di sei mesi di lavori, iniziati ad aprile e terminati a ottobre 2016, sia sulle collezioni che sull’edificio, realizzato dall’arch. Cesare Bazzani poco più di un secolo fa. E “con l’apertura della grande mostra ‘Time is Out of Joint’, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea scrive un nuovo capitolo della sua storia portando a compimento l’ampio processo di trasformazione, riorganizzazione e riallestimento, iniziato con la mostra “The Lasting, L’intervallo e la durata”, il 21 giugno 2016, con la restituzione al pubblico di spazi completamente rinnovati e con la profonda rilettura delle sue collezioni.
Sostenuta dall’autonomia speciale della riforma del MiBact, la Galleria nazionale si propone come luogo di scoperta, aperto alla ricerca e alla contemplazione, e spazio di riflessione sui linguaggi, sulle pratiche espositive e sul ruolo del museo contemporaneo. E “Time is Out of Joint”, aperta al pubblico dall’11 ottobre 2016 al 15 aprile 2018, è un progetto di Cristiana Collu, in collaborazione con Saretto Cincinelli e il Collegio tecnico scientifico della Galleria Nazionale e conta circa 500 opere, compresi i prestiti esterni provenienti da musei pubblici e collezioni private, e circa 170 artisti.
Il titolo dell’esposizione cita i versi dell’Amleto di William Shakespeare “The time is out of joint”, e “sonda l’elasticità del concetto di tempo, un tempo non lineare, ma stratificato, che sembra porre in atto il dilemma dello storico dell’arte Hans Belting la fine della storia dell’arte o la libertà dell’arte”. È, dunque, il definitivo abbandono di qualsiasi linearità storica, per una visione che dispiega, su un piano sincronico, le opere come sedimenti della lunga vita del museo di cui fanno parte gli artisti.
Solo per citarne alcuni, tra i 170 artisti in mostra ci sono Umberto Boccioni, Georges Braque, Alberto Burri, Antonio Canova, Casorati, Paul Cézanne, Giorgio De Chirico, Gino De Dominicis, Edgar Degas, Marcel Duchamp, Max Ernst, Giovanni Fattori, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Gustav Klimt, René Magritte, Joan Miro’, Amedeo Modigliani, Claude Monet, Jackson Pollock, Man Ray, Auguste Rodin, Mario Schifano, Giovanni Segantini, Mario Sironi, Vincent van Gogh, Andy Warhol.
“’Time is out of joint’”, ha sottolineato Cristiana Collu, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, “scardina anche le traduzioni e la loro eccellenza non può farci nulla, come dice Derrida che, come altri, a questo verso dell’Amleto di Shakespeare ha dedicato pagine fitte di dense riflessioni”.
Gli interventi compiuti sulla Galleria Nazionale, ha ricordato il Mibact, hanno riportato alla luce l’impianto dell’edifico di Cesare Bazzani del 1911, con la luminosità originale delle sale in una visione continua e in contiguità con i giardini e i cortili restituiti di nuovo ai visitatori. Parallelamente alcune sale, con ingresso indipendente da via Gramsci, accanto al Caffè delle Arti, saranno destinate a mostre, conferenze, presentazioni di libri, convegni, performance. Messi in numeri i lavori contano 40 sale espositive divise in 4 settori, 244 interventi di restauro sulle opere, 5.350 metri quadrati di parquet originale recuperato, 1.800 metri quadrati di pavimenti in pietra, marmette e mosaici recuperati, 20.500 metri quadrati di pareti imbiancate, 7.000 metri quadrati di giardini recuperati e manutenuti, 43 finestre riaperte e restaurate.
di Giorgio De Camillis
11 Ottobre 2016