Michelangelo si svela e svela i suoi disegni. Il ricco programma di iniziative ed eventi di “ExpoinCittà”, destinato ad animare la vita culturale milanese per tutto il semestre dell’Esposizione Universale, si arricchisce di un nuovo appuntamento al Castello Sforzesco. Da mercoledì 30 settembre, infatti, sarà possibile ammirare la mostra “D’après Michelangelo. La fortuna dei disegni per gli amici nelle arti del Cinquecento”, allestita nelle nuove sale espositive dell’Antico Ospedale Spagnolo, al Museo della Pietà Rondanini.
Disegni, alcuni originali del grande genio del ‘500, dipinti, incisioni, preziosi oggetti d’arte permetteranno di conoscere un aspetto più intimo del maestro, riguardante la sfera della sua vita privata e delle sue amicizie: un piccolo nucleo compatto, per i quali è stata coniata la definizione di “fogli d’omaggio”.
Tra gli anni Venti e Quaranta del ‘500, mentre Michelangelo attende alle committenze medicee (Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze) e a quelle pontificie (il Giudizio Universale della Sistina), intreccia anche importanti relazioni di amicizia con esponenti della nobiltà romana, siglate pure attraverso il dono di elaboratissime composizioni grafiche a matita. Non semplici disegni di studio, ma opere d’arte a tutti gli effetti in sé compiute. Questa produzione grafica rappresenta un vertice dell’attività michelangiolesca non soltanto per l’elevato grado di finitezza formale, ma anche per la complessità iconografica dei soggetti proposti, di tematica classica e mitologica nei doni per Tommaso Cavalieri, e di argomento sacro e devozionale in quelli per Vittoria Colonna.
L’aspetto che questa mostra intende documentare è l’apparente, affascinante contrasto tra l’originaria destinazione privata di tali disegni, quasi “frammenti” di un intimo dialogo con gli amici, e la straordinaria, immediata fortuna che essi incontrarono presso gli artisti e i collezionisti del tempo.
Il disegno originale michelangiolesco diventa un modello largamente copiato, imitato e replicato in una serie di oggetti che, su diversi livelli e con tecniche artistiche differenti, si distinguono per la loro preziosità e il loro valore privato.
“Il polo michelangiolesco del Castello Sforzesco, nel nuovo Museo dedicato alla Pietà Rondanini, si arricchisce nell’autunno di ‘ExpoinCittà’ di una raffinata esposizione dedicata al genio fiorentino, che inaugura i nuovi spazi espositivi dell’Antico Ospedale Spagnolo”, ha dichiarato Filippo Del Corno, assessore alla Cultura, “una dimostrazione di come qualsiasi investimento in cultura e in progetti di condivisione della nostra straordinaria storia dell’arte generi sempre nuova bellezza e nuova conoscenza, offrendo ai visitatori, in questa estate di Expo Milano 2015, occasioni preziose per approfondire aspetti inediti della nostra identità culturale”.
La mostra si articola in tre sezioni, attraverso una sequenza ordinata per cronologia e tematiche. La prima affronta il nucleo più antico di “fogli d’omaggio”: destinatario è il gentiluomo fiorentino Gherardo Perini, che ricevette in dono tre bellissimi disegni raffiguranti “teste divine”, tra cui la notissima Furia, una testa classica di vaga eco leonardesca nella deformazione prodotta dal grido e la cosiddetta Zenobia, immagine di seducente bellezza femminile. Appartiene a questo gruppo di “teste divine” anche la Cleopatra, disegno donato dal Buonarroti all’amico romano Tommaso Cavalieri.
La seconda sezione è dedicata interamente ai soggetti mitologici che il maestro ideò negli anni Trenta proprio per il giovane Tommaso, a siglare un rapporto di amicizia e stima esclusive. Se il “Supplizio di Tizio” simboleggia il tormento di un amore vincolato alla dimensione terrena, il Volo di Ganimede verso il cielo, abbandonato fra le ali di Giove”, rappresenta tutta la bellezza di un’elevazione intima e spirituale. La rassegna tenta di documentare in modo completo la fortuna vastissima che proprio questo soggetto incontrò, ispirando numerose versioni grafiche e svariate derivazioni nelle arti decorative e incisorie, sino ad arrivare ad autonome rielaborazioni pittoriche, come la splendida “Battaglia di Montemurlo” dipinta da Battista Franco. Infine, la “Caduta di Fetonte”, composizione ricercatissima nei circoli culturali a lui contemporanei, come attestato dalle fonti rinascimentali e dalle numerose repliche in disegni, stampe, cristalli, placchette e cammei.
Nella terza parte della mostra l’attenzione si focalizza sui disegni per Vittoria Colonna, Marchesa di Pescara, con cui Michelangelo condivise un “comune sentire religioso e spirituale”, fino alla morte di lei nel 1547. È emblematica, in questo senso, la cosiddetta “Madonna del Silenzio”, che deve il nome al gesto compiuto da un San Giovannino che discende dal dio egizio Orus. L’opera, misteriosa in alcuni dettagli iconografici, è ben rivelatrice del clima di parziale clandestinità nel quale avvenivano gli incontri spirituali fra il maestro e la Marchesa. Ancor più nota e imitata è la rappresentazione della “Crocifissione” in cui, recuperando un artificio medievale, Michelangelo vi raffigura Cristo vivo sulla croce, in dialogo con il Padre. Infine, il maestro riscrive totalmente il significato della Pietà, scardinando l’impianto che lui stesso aveva adottato nella famosa Pietà Vaticana: ora si pone in primo piano il sacrificio di Cristo. La fortuna di quest’immagine va ben oltre i limiti cronologici del Cinquecento e capillare è la sua penetrazione nel territorio nazionale attraverso dipinti, disegni, ma soprattutto oggetti di oreficeria liturgica.
Delle oltre 80 opere in mostra una parte proviene dagli istituti all’interno del Castello, soprattutto materiali a stampa e librari dalla Raccolta Bertarelli e dalla Biblioteca Trivulziana. Numerosi sono i prestiti concessi dalle maggiori raccolte italiane, i Musei Fiorentini e Casa Buonarroti, le Galleria dell’Accademia di Venezia, i Musei di Bergamo, Bologna, Napoli, Palermo, Roma, oltre a diversi Gabinetti di Stampe, collezioni private e alla Biblioteca Apostolica Vaticana.
Un apporto fondamentale giunge infine dalle maggiori collezioni d’Europa e Stati Uniti, offrendo l’occasione di ammirare opere mai esposte prima in Italia, provenienti da Amsterdam, Budapest, Cracovia, Écouen, Lipsia, Londra, Madrid, Oxford, Parigi, Rotterdam, Vienna, Zagabria, e, per gli Stati Uniti, New York e Washington DC.
La mostra “D’après Michelangelo” è promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura Soprintendenza Castello Sforzesco e Civita, con il contributo di Fondazione Cariplo, partner istituzionale del Castello Sforzesco. La rassegna è curata da Alessia Alberti, Alessandro Rovetta e Claudio Salsi.
di Leonzio Nocente
28 Settembre 2015