Per almeno tre secoli, dall’inizio del Seicento a tutto l’Ottocento, l’Italia è stata la meta privilegiata degli aristocratici e degli uomini di cultura di tutta Europa e nel XIX secolo anche del Nuovo Mondo, in quanto il viaggio in Italia – il famoso Grand Tour – costituiva una tappa ineludibile del processo di formazione delle classi dirigenti europee. Ad attirare erano non solo i monumenti e le opere d’arte, ma anche lo splendore del paesaggio mediterraneo e la dolcezza del clima, le feste e le cerimonie religiose, la pittoresca umanità della popolazione e la ricca varietà delle tradizioni popolari, non meno della bellezza delle donne che evocava quella delle divinità antiche o delle Madonne dipinte dai grandi maestri come Raffaello. Si creò così il mito dell’Italia, depositato nell’immaginario collettivo dell’Europa colta.
Ma almeno dal secolo precedente, già dal 1520, data della morte di Raffaello, l’arte italiana, che a sua volta si era riferita all’esempio dell’antichità classica, cominciò a essere presa a modello dagli stranieri. Questo gusto, codificato sotto l’insegna del “bello ideale”, avrà diverse manifestazioni lungo il corso dei secoli nella storia della pittura, della scultura, delle arti decorative e dell’architettura internazionali.
In occasione di Expo 2015, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con il sostegno di Regione Lombardia, ha voluto realizzare la grande mostra Il Fascino e il mito dell’Italia. Dal Cinquecento al contemporaneo che ha aperto il 23 aprile alla Villa Reale di Monza, prodotta da Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Skira editore e Cultura Domani.
Si tratta senza dubbio di un progetto ambizioso e affascinante, che permetterà ai visitatori, italiani e stranieri, di comprendere come il nostro Paese sia stato vissuto e interpretato nell’epoca moderna dai più importanti artisti stranieri, che ne hanno fatto uno dei soggetti preferiti e una delle più ricche fonti di ispirazione.
Il progetto scientifico della mostra è stato elaborato a cura della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici e della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Milano, che hanno raccolto attorno a questo tema un Comitato scientifico composto dai principali studiosi in ciascuno degli ambiti cronologici di riferimento.
Particolarmente significativo è stato fin qui il generoso intervento di mecenatismo di Giulio Properzi, che della mostra è stato uno degli ispiratori sostenendone il progetto.
La mostra rievoca la fascinazione esercitata sui grandi artisti stranieri dai nostri monumenti, dai nostri paesaggi e dalle nostre tradizioni attraverso una serie di opere esemplari, tra le quali capolavori di pittura, scultura e fotografia, concessi in prestito dalle maggiori istituzioni museali italiane e internazionali.
La mostra si avvale della collaborazione di circa sessanta enti prestatori, fra pubblici e privati, stranieri e italiani per un corpus di circa 90 opere provenienti da Italia, Europa e America.
Tra i prestatori, le Collezioni del Principe del Liechtenstein, che partecipa con dodici opere fra sculture e dipinti, l’Hermitage di San Pietroburgo, il Louvre, il Musée d’Orsay, l’Orangérie, il Musée Picasso di Parigi, il Musée des Beaux-Arts di Lione e il Musée Ingres di Montauban, il Prado di Madrid e la Fondazione Dalì di Figueres, il National Trust of Scotland di Edimburgo, la National Portrait Gallery di Londra, il Bayerisches Nationalmuseum di Monaco, la Galleria Borghese e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina di Firenze, il Museo Nazionale di Capodimonte e il Museo Archeologico di Napoli.
Ad accogliere ed esaltare i prestiti è la splendida cornice della neoclassica Villa Reale di Monza, oggi completamente riaperta al pubblico nel corpo centrale dopo lunghi e complessi restauri che ne hanno restituito l’aspetto originale. Immersa nel grande parco, che ne costituisce parte integrante, oltre al circuito degli appartamenti reali, la villa comprende nuovi spazi espositivi, integrati agli ambienti originari del secondo piano nobile ed è dotata di nuove strutture dedicate all’accoglienza e alla ristorazione. Rappresenta dunque uno straordinario centro espositivo di livello internazionale, tanto da aver previsto di destinare l’intero complesso monumentale a finalità culturali e di alta rappresentanza istituzionale, in vista delle manifestazioni connesse a Expo 2015.
La sequenza di grandi capolavori unisce il profondo rigore scientifico del progetto con un’altissima spettacolarità, per offrire una mostra comprensibile e godibile dal pubblico più vasto, italiano e internazionale, che verrà toccato da una vera e propria “sindrome di Stendhal”.
Nel periodo eccezionale di Expo 2015, in cui tutta l’Italia, e non solo Milano – destinata a essere la vetrina delle eccellenze nazionali –, sarà sotto gli occhi del mondo intero, questa rassegna intende essere anche simbolicamente un contributo importante per la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e paesaggistico, con un linguaggio espositivo rigoroso ma di immediata comprensione, che ricordi il ruolo primario della nazione, volto alla costruzione di un’identità culturale comune all’Occidente.
Redazione
26 Aprile 2015