Sette presidenti mondiali a confronto. Giovedì 12 febbraio (ore 17), si inaugura la mostra “I Am the President – tra identità e anonimato”, alla MAC Maja Arte Contemporanea, in via di Monserrato 30, a Roma. Si tratta di una precisa affermazione di ruolo e di identità sociale per sette dipinti che ritraggono al “negativo” i volti rispettivamente di Barack Obama, Vladimir Putin, la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, Papa Benedetto XVI (unico a figura intera), Silvio Berlusconi, Angela Merkel, Benjamin Netanyahu.
Nell’uso del negativo, ovvero nel ribaltamento dell’immagine, l’artista scopre una quarta dimensione della figura: una identità introspettiva, un’immagine interna diversa dallo schema del “Sé corporeo”, volta a cogliere “l’altra faccia” del ritratto, il suo “prossimo Sé”, raggiungibile in una sorta di istantanea pittorica.
Sono sette opere di “I Am the President – tra identità e anonimato” che custodiscono il gesto dell’artista, il quale rimarrà nell’anonimato per tutta la durata dell’evento. A tale proposito, Marina Miraglia nel testo critico che accompagna la mostra ha scritto: “Nel nostro caso, c’è, nella scelta dell’anonimato, la volontà di concentrare l’attenzione del riguardante sulle strategie adottate e, coinvolgendolo in esse, di riflettere, personalmente e con lui, sul corso attuale dell’arte che sempre più comunica attraverso le varie forme dell’âpres di un tempo: la citazione, la semplice ‘traduzione’ da un linguaggio iconico a un altro, il rendering, lo scanning, la contaminazione. I pittori fanno infatti spesso leva sulla possibilità dell’arte di riattualizzare perennemente il significato e le valenze delle immagini di un passato più o meno recente e indipendentemente dal fatto che siano autoriali o meno; diventa centrale lo sguardo e l’interpretazione del presente e l’implicito aiuto della fotografia che, per statuto, racchiude in sé il presente dello scatto e dell’impronta – l’hic et nunc di Benjamin – il passato dell’è stato di Barthes, il futuro degli spazi discorsivi di Krauss. […]”
Aggiunge la curatrice della mostra “I Am the President – tra identità e anonimato” Daina Maja Titonel: “Sono idealmente alla ricerca di un rapporto con l’opera che risenta il meno possibile di condizionamenti esterni, quali il ‘nome’ dell’artista o le opportunità di mercato. Con questo spirito ho proposto all’autore di celare il suo nome al pubblico, liberando l’opera dalla firma, per restituirle l’attualità e la centralità nel rapporto con lo spettatore”.
di Patrizia Tonin
4 Febbraio 2015