I Bronzi di Riace non andranno all’Expo 2015. ”I Bronzi non si muoveranno mai più dal museo di Reggio Calabria, chi vuole vederli dovrà venire qui. Noi metteremo in piedi un grande progetto che contenga straordinarie agevolazioni per i turisti italiani e stranieri e una grande campagna promozionale che raggiunga soprattutto i grandi circuiti turistici internazionali. Dovremo fare dei Bronzi di Riace i grandi ambasciatori della cultura mediterranea che dovranno raccontare, come suggerisce il prof. Giuliano Volpe, le storie del mare che rappresenta il più grande museo del mondo”. E’ quanto afferma Wanda Ferro, candidata alla Presidenza della Regione, nel ringraziare l’archeologo Giuliano Volpe, presidente della commissione tecnico-scientifica che ha dato parere negativo al trasporto delle due opere d’arte all’Expo di Milano
”Le motivazioni della commissione sono ineccepibili. Non c’erano le condizioni”, ha detto Wanda Ferro, “per sottoporre le due statue allo stress del viaggio fino a Milano. Soprattutto mancava un credibile progetto culturale e promozionale. I due Bronzi di Riace sarebbero stati due testimoni muti dell’Expo 2015. Dato per assodato che mai più si porrà il problema di un trasferimento in altra sede dei due guerrieri, ritengo che ora tocchi ai calabresi essere degni di questo enorme patrimonio. Dobbiamo essere in grado di costruire, attorno ai Bronzi e alla rete archeologico-museale della regione, un grande progetto di marketing culturale capace di intercettare parte dei milioni di stranieri che ogni anno vengono in Italia”.
Non va dimenticato, però, di ricordare ai calabresi che i Bronzi di Riace non sono di loro proprietà, non solo un bene della Regione Calabria, una proprietà non solo fisica ma anche culturale, ma appartengono al patrimonio Italiano e la loro fruizione culturale e turistica, sinora molto ma molto penalizzata, deve essere a vantaggio di chi viene in Italia. Va, insomma, superata la visione miope, campanilistica dei beni culturali, soprattutto quando si è in presenza di una evidenza incapacità di valorizzarli.
14 ottobre 2014
di Dario de Marchi