E così il vino italiano, per la fama che si è conquistato, finisce in un fumetto manga in Giappone. È toccato al nobile Brunello di Montalcino, portavoce del Made in Italy attraverso l’universo manga, il fumetto giapponese. Il ‘re’ del Sangiovese, infatti, sta spopolando in Oriente, anche tra gli appassionati di manga, grazie all’entrata in scena per la prima volta, del tema vino in questo particolarissimo e seguitissimo mondo dei fumetti, attraverso le storie e i disegni firmati dai giapponesi Tadashi Agi e Shu Okimoto: gli stessi che, nel 2009, firmarono la piastrella celebrativa che, ogni anno, il Consorzio del Brunello di Montalcino, fa realizzare a personaggi famosi, in occasione di Benvenuto Brunello.
“The Drops of God”, cioè “Le lacrime di Dio” è il titolo della saga manga in cui il Brunello di Montalcino 2005 Poggio di Sotto tiene alta la bandiera dell’enologia italiana, raccontando la storia di Shizuku Kanzakì. Figlio di un critico di vino, Kanzakì lavora in una compagnia di birra, è astemio e alla morte del padre (Yutaka) deve gareggiare con il fratello adottivo e forse figlio illegittimo (Issei) per l’assegnazione di un’eredità rappresentata da una collezione di vini stimata attorno ai 20 milioni di dollari. L’individuazione dei ’12 apostoli’, ossia le 12 migliori etichette della collezione, non è facile sia perché celata da indovinelli enologici, sia perché Issei è un abile esperto di vino.
Nel manga viene dato molto spazio anche all’enologia francese, ad alcune etichette americane (Opus One 2000, oppure Caymus Special Selection Cabernet Sauvignon 2000), a qualche rappresentante del nuovo mondo enoico (per esempio, il sudafricano Napier Red Medallion 2016), senza dimenticare una discreta pattuglia di vini italiani.
Quali? Il Brunello di Montalcino 2005 di Poggio di Sotto, il Barolo Cannubi Boschis 2001 di Luciano Sandrone, il Barolo 2001, di Bruno Giacosa e il Rosso di Miani. Al di là delle tappe che avvicinano i due fratelli al traguardo finale, il manga è interessante, dal punto di vista degli appassionati di vini, perché cosparso di descrizioni poetiche che poco hanno a che vedere con la competitività del degustatore seriale, privilegiando i sentimenti legati al vino.
Un modo nuovo e divertente di raccontare l’enologia che apre orizzonti inediti al Brunello e al mondo del vino, italiano e non solo, nel suo complesso, in grado di appassionare e fare comunicazione e promozione di brand.
17 ottobre 2014
di Enos Caneva