L’Italia rende omaggio all’archeologo Alessandro de Maigret per onorare con lui il difficile e rischioso lavoro degli archeologi attivi nelle aree di crisi del mondo. Cosa si può fare nelle zone di conflitto bellico per salvare il patrimonio culturale universale e renderlo rilevante per la nostra identità culturale? Per rispondere a questo interrogativo, reso ancora più angoscioso e drammatico dalle recenti distruzioni del patrimonio di Palmira e di altre località del Vicino e Medio Oriente per mano dell’ISIS, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Washington DC stanno sviluppando una serie di eventi, a partire da una mostra sull’attività degli archeologi internazionali impegnati nei difficili scacchieri di crisi.
Questa azione fa parte del programma di eventi “Proteggere il nostro patrimonio”, lanciato nella capitale federale americana dalla rete degli Istituti Europei Nazionali della Cultura (EUNIC Washington DC), sostenuta dall’UNESCO. L’iniziativa vuole essere in particolare un tributo al lavoro di Alessandro de Maigret, un eminente archeologo italiano che è stato pioniere nel coordinamento della missione archeologica italiana in Yemen sin dal suo inizio, nel 1980.
Assieme alla mostra si svolgerà anche una tavola rotonda cui parteciperanno l’archeologa Sabina Antonini de Maigret, attuale direttore della missione archeologica italiana in Yemen (Monumenta Orientalia); Michael Harrower, docente di archeologia al Dipartimento di Studi del Vicino Oriente alla “John Hopkins University”; Iris Gerlach, direttore del Istituto Tedesco Archeologico di Sanaa; Alexander Nagel, ricercatore associato al Museo Nazionale di Storia naturale dello Smithsonian Institution.
Inoltre sarà inaugurata la mostra fotografica “South Arabia Revisited: l’opera della Missione Archeologica Italiana in Yemen”, che metterà in evidenza le storie sviluppatesi sul campo e sugli sforzi di collaborazione. La mostra d’archivio con documenti, fotografie, notebook e disegni è l’eredità archeologica del lavoro svoltosi in loco, della documentazione realizzata durante il restauro di importanti siti archeologici, come Baraqish e Tamna’.
“Questo è l’ottavo evento della serie dedicata alla tutela del patrimonio, un programma che abbiamo lanciato con due obiettivi principali: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di proteggere il nostro patrimonio e, poi, rafforzare la rete di diverse organizzazioni internazionali che lavorano per preservare il patrimonio artistico culturale per le generazioni future “, ha detto Armando Varricchio, nuovo ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti. “In particolare, questo evento si concentrerà su ciò che significa lavorare in un contesto difficile, che richiede non solo un elevato livello di competenza, ma anche potenti capacità diplomatiche. Gli archeologi in tali aree devono capire il passato, ma anche il presente, ed essere in grado di mediare tra le diverse condizioni e protagonisti. Il loro obiettivo è quello di lavorare per il futuro”.
La missione archeologica italiana in Yemen è stata lanciata sin dal 1980. Il suo direttore, Alessandro de Maigret, ha studiato e indagato la storia degli antichi popoli e delle culture d’Arabia del Sud, vissute prima del primo millennio a.C., con lo scopo di stabilire una cronologia archeologica affidabile per questo periodo storico de Maigret ha sviluppato una nuova base per la prova documentale di questi ricerche, basata su un modello multidisciplinare e che potrebbe essere utilizzato come un confronto con i dati precedenti, a partire dalle iscrizioni.
Creata con il patrocinio dell’Istituto per l’Oriente a Roma e con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri italiano, la Missione Archeologica Italiana ha già organizzato una serie considerevole di progetti di lavoro sul campo e di restauro sistematico delle opere.
Così, in collaborazione con studiosi e membri del Ministero della Cultura, il Ministero della Pianificazione e della Cooperazione internazionale e dell’Organizzazione Generale delle Antichità e dei Musei in Yemen, archeologi e restauratori italiani hanno fornito contributi innovativi al perfezionamento della comprensione della storia dello Yemen, ricreando alcune delle sue splendide meraviglie architettoniche risalenti alle culture pre-islamica e islamica.
Vasti e splendidi paesaggi e patrimoni culturali dello Yemen sono iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale, e molte persone si occupano di loro in tutto il mondo. In tempi di pace, colleghi italiani e yemeniti hanno prodotto una notevole quantità di informazioni attraverso la collaborazione e la ricerca messe a fattor comune. Anche se l’attuale situazione politica non consente di sviluppare ulteriormente la ricerca in loco, la Missione italiana ha mantenuto il suo vigoroso impegno per proteggere i beni archeologici in Yemen attraverso il programma “Monumenta Orientalia”.
di Dario de Marchi
19 Aprile 2016