I mattoncini della Lego in mano all’artista statunitense Nathan Sawaya diventano opere d’arte emozionanti. Dopo il grande successo mondiale con milioni di visitatori, è arrivata per la prima volta in Italia la sua mostra ”The Art of the Brick”, allestita nello Spazio Eventi SET di via Tirso, a pochi passi da villa Borghese a Roma.
“Per fortuna l’arte non ha regole!” è solito dire Sawaya descrivendo le sue opere che condensano Pop Art e surrealismo, raccontano storie, trasmettono emozioni e stati d’ animo e sorprendono. Sorprendono perchè a lui, per realizzarle servono creatività, ispirazione, tanta manualità e pazienza, ma soprattutto tanti, tantissimi mattoncini Lego.
Per la CNN è tra le 10 mostre più seguite al mondo, e l’ esposizione romana, aperta al pubblico fino al 14 Febbraio non delude, con più di 80 opere, realizzate con oltre un milione di mattoncini.
Tra le creazioni, la ricostruzione o la reinterpretazione di capolavori d’arte universalmente riconosciuti (dalla “Gioconda” alla “Venere di Milo”, il “Soffitto della Cappella Sistina”, l'”Urlo” di Munch, il “Bacio” di Klimt), enormi sculture, come lo scheletro lungo 6 metri di T-Rex costruito con oltre 8 mila mattoncini. Ma anche opere più intime, come quelle della sezione “Condizione umana”, dove l’artista si racconta, mettendo a nudo le sue paure e i suoi traguardi, la sua metamorfosi personale, anche quella che da avvocato lo ha portato a scegliere tutt’altra strada, per diventare l'”artista dei mattoncini” a tempo pieno.
Statunitense di Colville, nello stato di Washington, Nathan si è laureato in legge all’Università di New York, città dove risiede, prima di iniziare a lavorare come avvocato da Winston& Strawn.
Nel 2004 però, dopo aver venduto per un pò le sue opere su internet, il successo fu tale che, come ha raccontato lo stesso artista, “il sito crollò per le troppe richieste”, a quel punto decise che quella di “artista di Lego” sarebbe stata la sua nuova professione a tempo pieno. Arte che ora esprime nei suoi art studio di New York e Los Angeles, dove ha più di 4 milioni di mattoncini.
La sua prima esibizione personale risale al 2007 dove ha avuto un enorme successo. Ad oggi le sue opere sono già parte di alcune collezioni di arte contemporanea di musei del Nord America, e Nathan Sawaya è considerato tra i più famosi e premiati artisti contemporanei.
“Il lavoro di Nathan Sawaya“, ha sottolineato Fabio Di Gioia, curatore della mostra, “colpisce immediatamente, forse anche più l’adulto che il bambino. Le opere infatti sembrano tutte facilmente realizzabili: basta avere a disposizione un buon numero di mattoncini e attaccarli secondo uno schema. Ma in “The Art of The Brick” c’è soprattutto l’elemento del genio, nascosto dal divertissement, che esprime sia l’arte reinterpretandola, sia la condizione umana. E questo è piuttosto un gioco da adulti. Introdurre la mostra di Sawaya in Italia, riconosciuta terra del genio e dell’arte è, dunque, un atto vincente poiché ci sembra di riportare in Patria qualcosa che in fondo, ci appartiene”, ha concluso.
Intanto, sempre sul fronte della Lego, si è aperta un disputa internazionale. La casa produttrice danese, infatti, ha negato i suoi mattoncini all’artista dissidente cinese Ai Weiwei, che ha subito chiesto aiuto ai suoi fan per raccogliere comunque migliaia di mattoncini della Lego. L’azienda si è rifiutata di venderglieli i famosi mattoncini per la “natura politica” del lavoro dell’artista.
Così i suoi sostenitori hanno risposto in massa all’appello facendo donazioni volontarie raccolte in una BMW 525 rossa, parcheggiata davanti allo studio dell’artista a Tokyo. Oltre ai normali sostenitori, davanti all’auto simbolo di questa iniziativa si sono radunati anche altri artisti cinesi, fra cui Chill Sun, che ha realizzato su tela, e non solo, il disegno proprio dell’ auto incriminata.
Ai Weiwei è sostenuto dai suoi ammiratori anche sui social: sul suo profilo Instagram fra le altre foto ha postato l’immagine di un water pieno di mattoncini di Lego, accompagnato dalla spiegazione di quanto sta avvenendo, nella quale specifica che le opere che voleva realizzare con i mattoncini della Lego dovevano servire per la mostra “Andy Warhol / Ai Weiwei” alla National Gallery di Victoria a Melbourne, in Australia, prevista per Dicembre.
di Alexandra Rufini
29 Ottobre 2015