Il regista Alberto Lattuada “torna” ad Orvieto. Una mostra, una rassegna cinematografica e un’etichetta di vini sono organizzate in onore del grande maestro della cinematografia italiana in occasione del centenario della sua nascita da Orvieto, la città in cui visse gli ultimi anni di vita. Oltre settanta fotografie in bianco e nero, tratte dall’archivio di vita pubblica e privata del maestro, saranno esposte fino al 10 gennaio 2015 a palazzo Coelli, dove è anche ricostruito lo studio di Lattuada, con immagini, documenti, libri e altri oggetti a lui cari.
Sei in tutto, invece, i film scelti per la rassegna che, dopo aver preso il via il 14 dicembre, continuerà il 4, l’8 e il 10 gennaio, sempre con tre titoli diretti dal maestro. Gli eventi sono organizzati dal gruppo Fai di Orvieto con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e i riconoscimento della direzione generale per il Cinema del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo.
Ma in concomitanza con il centenario della nascita del maestro Lattuada anche la Cantina Cardeto, dove il figlio di Lattuada, Alessandro, è uno dei consiglieri, ha deciso di omaggiarlo con nuova etichetta che sarà apposta su due dei suoi vini: un bianco, il “Grechetto Umbria Igp”, e un rosso, il “Merlot Sangiovese Umbria Igp”. L’etichetta ripropone una foto scattata dal fotografo Federico Patellani sul set del film “La Lupa”, girato a Matera nel 1953.
Alberto Lattuada era nato a Vaprio d’Adda il 14 novembre 1914 ed è poi scomparso ad Orvieto, 3 luglio 2005: è stato un regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico di fama internazionale. Intellettuale dalla personalità eclettica, appassionato di letteratura, arte e fotografia, era noto soprattutto per aver trasposto sullo schermo molti celebri romanzi e alcuni kolossal anche per il piccolo schermo. Nella sua lunga carriera ha scoperto e lanciato molte attrici come Marina Berti, Carla Del Poggio (divenuta poi sua moglie), Valeria Moriconi, Jacqueline Sassard, Catherine Spaak, Dalila Di Lazzaro, Therese Ann Savoy, Nastassja Kinski, Clio Goldsmith, Barbara De Rossi e Sophie Duez.
Tra i riconoscimenti il David di Donatello nel 1957 con “Targa d’oro”, nel 1959 come miglior regista per “La tempesta” e nel 1994 il David speciale, mentre è stato insignito delle onorificenze Grande Ufficiale della Repubblica Italiana su iniziativa del Presidente della Repubblica (27 aprile 1987), nonché di Cavaliere di Gran Croce (2 giugno 1995)
Molto ricca la sua filmografia: “Giacomo l’idealista” (1942), “La freccia nel fianco” (1943) terminato da Mario Costa nel 1945; “La nostra guerra” (1945) cortometraggio documentaristico; “Il bandito” (1946); “Il delitto di Giovanni Episcopo” (1947); “Senza pietà” (1948); “Il mulino del Po” (1949), “Luci del varietà” (1950) co-regia di Federico Fellini; “Anna” (1951); “Il cappotto” (1952); “La lupa” (1953); “L’amore in città”, episodio “Gli italiani si voltano” (1953); “La spiaggia” (1954); “Scuola elementare” (1954); “Guendalina” (1957); “La tempesta “(1958); “I dolci inganni” (1960); “Lettere di una novizia” (1960); “L’imprevisto” (1961); “Mafioso” (1962); “La steppa” (1962); “La mandragola” (1965); “Matchless” (1966); “Don Giovanni in Sicilia” (1967); “Fräulein Doktor” (1968); “L’amica” (1969); “Venga a prendere il caffè da noi” (1970); “Bianco, rosso e…” (1972); “Sono stato io!” (1973); “Le farò da padre” (1974); “Cuore di cane” (1976); “Oh! Serafina” (1976); “Così come sei” (1978); “La cicala” (1980); “Nudo di donna” (1981) regia delle riprese iniziali, sostituito poi da Nino Manfredi; “Una spina nel cuore” (1986); “12 registi per 12 città”, episodio Genova (1989) documentario. Ma anche regista televisivo con “Fanciulle in fiore” (1977) servizio televisivo per la trasmissione “Odeon – Tutto quanto fa spettacolo” di Brando Giordani ed Emilio Ravel; Cristoforo Colombo (1985) sceneggiato televisivo; “Due fratelli” (1987) miniserie televisiva; “Mano rubata” (1989) mediometraggio televisivo.
di Eleonora Albertoni
29 dicembre 2014