Il film “Roma Città Aperta” con Anna Magnani, Aldo Fabrizi e Roberto Rossellini, è uno di quei film italiani che con “Il Sorpasso” e “La Ciociaria” sono i migliori rappresentanti nel mondo della cinematografia italiana. Un autentico capolavoro del Neorealismo italiano che cambiò il modo di fare film e che tuttora riscuote largo consenso e innumerevoli ammiratori all’estero, soprattutto negli Stati Uniti. A 70 anni dall’uscita del film i molti retroscena del set sono raccontati, anzi svelati dalla giornalista Simonetta Ramogida nel libro “Roma Città Aperta” (Gangelmi Editore). Momenti indiscreti, segreti, aneddoti e curiosità visti con gli occhi di uno dei protagonisti, Vito Annichiarico, il piccolo Marcello, che ora ha 81 anni. Un personaggio che allora,a 10 anni, arrivò casualmente al set, da Largo del Tritone dove si procurava un po’ di denaro facendo lo sciuscià. Ma che si rivelò un mini-attore con una grande capacità espressiva e una tenerezza ammaliante tanto che, alla fine del film, Anna Magnani tentò di adottare, ma sua madre disse ‘no’.
“La corsa di Anna Magnani, la sora Pina, una splendida Nannarella ancora trentenne, il filo di fuoco dei nazisti e lei che cade a terra mentre io mi divincolo dall’abbraccio di Don Pietro e grido ‘Mamma!! Ma’…’ dopo aver riempito di calci un soldato tedesco che non mi lasciava passare…. Quella scena abbiamo dovuto girarla due volte perché Roberto Rossellini non mi aveva detto che nel film Anna Magnani sarebbe morta… E io mi sono impressionato molto, mi sono messo a piangere, non riuscivo a calmarmi e non volevo girare più. Al soldato a cui davo i calci hanno dovuto mettere degli stracci all’interno degli stivali perché a forza di dare calci si era fatto male…”, ha raccontato a Simonetta Ramogida l’allora piccolo Vito Annicchiarico.
Roberto Rossellini nel 1944 incontrò Vito una mattina di primavera, vicino Largo del Tritone mentre fa lo sciuscià, e con l’espediente di pulire 40 paia di scarpe riesce a convincerlo ad andare con sé. Le 40 paia di scarpe non c’erano ma ci fu l’ingresso nel set. Quello con Roberto Rossellini è stato l’incontro magico che cambiò la vita a Vito-Marcello.
Da quel momento è il cinema la sua giostra, il set la sua vita e il luogo in cui conosce Anna Magnani che lo protegge, lo accarezza, lo difende dalle ire di Aldo Fabrizi, che non lo trova mai quando devono girare assieme una scena, e gli dice: “se te prendo te sghilombo!’. Ma Vito trovava lo stesso ogni occasione per tornare dai suoi compagni Sciuscià. Roberto Rossellini, racconta Annichiarico, “era un pezzo di pane. Un uomo estremamente generoso e di grande umanità. Per me era come un padre”.
Il libro di Simonetta Ramogida, con la prefazione di Laura Delli Colli, insomma, conduce per mano il lettore nei luoghi in cui fu girata la pellicola con cui Roberto Rossellini rivoluzionò il modo di fare cinema. Per Vito sono i luoghi del cuore. Per i lettori una finestra aperta su una Roma sofferta ma stupenda. Il libro, pieno di emozioni, contiene anche una rassegna fotografica, alcune immagini inedite e fuoriscena di film girati con Gennaro Righelli e con Vittorio De Sica tratti dall’album di famiglia.
Dopo il debutto in “Roma Città Aperta”, Vito venne scritturato da Gennaro Righelli e interpretò di nuovo il ruolo del figlio di Anna Magnani, in “Abbasso la miseria!”, anche se in questo caso si tratta di un figlio ‘adottivo’, e successivamente partecipò anche al film “Abbasso la ricchezza”. Nel 1946 esce “Ok. John!” e Vito è ancora sulle scene. Poi prende parte alla realizzazione del film di Domenico Gambino, “Un mese di onestà” con Lauro Gazzolo, Roberto Villa e Carlo Ninchi. Fino a che nel 1948 interpreta la parte di Coretti, nel film “Cuore di Duilio”, tratto dall’omonimo romanzo di Edmondo De Amicis e partecipa con lo stesso regista e Anna Maria Pietrangeli alla realizzazione del film “Domani è troppo tardi”, ispirato a “Printemps Sexsuel” di Alfred Machard. Nel 1949 lavora alla pièce “L’uomo, la bestia e la virtù” con Aroldo Tieri e Carlo Ninchi. È spesso a teatro sempre con Anna Magnani e Aldo Fabrizi. Quando Roberto Rossellini va sulla Costiera Amalfitana e a Napoli per girare “Paisà” lo porta con sé.
Vito lasciò il cinema dopo aver rifiutato l’offerta di Rod Geiger, il produttore di “Paisà”, di recarsi negli Stati Uniti per lavorare nel cinema e studiare contemporaneamente. Non senza riuscire a fare prima un’esperienza indimenticabile con la sceneggiatura di Cesare Zavattini e Mario Soldati con “Chi é Dio?”, il primo esempio di progetto documentaristico sulla catechesi scritto per le scuole. Nel 1955 la sua vita cambia completamente: comincia a lavorare in una multinazionale americana, dove rimarrà fino al termine della sua carriera.
Nel 2004 Claudio Venturini, il figlio di Aldo, il produttore di Roma città aperta, dopo un viaggio negli Usa ha avuto l’idea di realizzare un film-documentario dal titolo “I figli di Roma Città Aperta”, un viaggio attraverso i luoghi in cui fu girato il film, con la partecipazione di critici cinematografici e testimoni di quel grande fermento culturale che fu il Neorealismo, e le straordinarie testimonianze di Luca Magnani e di Renzo Rossellini. Ed è così che il piccolo Marcello torna sul set. Dopo una lunghissima pausa ricalca le scene diretto da una giovane regista, Laura Muscardin, per la produzione Nuvola Film di Amedeo Bacigalupo. Il docu-film viene presentato nel 2005 al Tribeca Film Festival di New York, la creatura di Robert De Niro, dove vince il “Premio Wide Angle”.
Nel 2011 il critico cinematografico Alberto Crespi realizza il documentario per le strade di Roma “Voi siete qui”, per la produzione Eskimo, ideato dallo stesso Crespi assieme a Alessandro Boschi e diretto da Francesco Matera. Ancora una volta è Vito a condurre il regista nei luoghi in cui fu girato “Roma Città Aperta”: In via Raimondo Montecuccoli, dove furono realizzate alcune scene del film simbolo del Neorealismo, e dove si svolse realmente una retata. “Voi siete qui” è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2011 con Vincenzo Cerami, Marco Bellocchio, Gigi Proietti, Mario Monicelli, Armando Trovaioli, Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo e Nanni Moretti.
Il libro di Simonetta Ramogida “Roma Città Aperta” è stato presentato nello spazio BNL alla Festa del Cinema di Roma, con Laura Delli Colli, giornalista, scrittrice e presidente del sindacato dei giornalisti critici cinematografici (SNGCI), la regista Laura Muscardin, e il giornalista Alessandro Amati, vice direttore di Askanews.
“Roma Città Aperta” ,174 pagine, Gangemi Editore – 20,00 €
di Dario de Marchi