Sator Resartus è la mostra del fotografo sud coreano Chan-Hyo Bae, dal 30 Settembre al 20 Novembre 2015 presso VISIONAREA, in Via della Conciliazione a Roma.
VISIONAREA è un progetto che nasce da un’idea dell’artista Matteo Basilé e dall’Associazione Amici dell’Auditorium Conciliazione, e si avvale del sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo: un organismo solido e affascinante, grazie all’unione tra creatività e managerialità, destinato all’arte contemporanea in chiave attuale e trasversale.
Attuale perché capace di creare reinventando un luogo come l’Auditorium della Conciliazione, un luogo straordinario che si sviluppa intorno al Chorus Cafè, per poi estendersi all’interno degli spazi principali dell’Auditorium stesso. Un Temporary Art Museum con la direzione artistica di Matteo Basilé, dove possano convivere arte, musica, cinema, moda, letteratura e food attraverso progetti site-specific e collaborazioni con altri fenomeni artistici e culturali nazionali ed internazionali.
Un progetto che, per le sue caratteristiche, bene si sposa con il principio ispiratore dell’attività della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e soprattutto del suo Presidente Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ha colto la coerenza di VISIONAREA con la sua attività di coraggioso sostegno alla cultura e a tutto quello che di positivo può generare: non a caso, la Fondazione è da anni impegnata nella costruzione di nuove forme di dialogo interculturale anche grazie all’arte, dimostrando quanto la bellezza sia un codice condivisibile.
In questo spirito nasce il secondo evento portatore di tutti gli elementi annunciati: Sator Resartus, la mostra fotografica di
Chan-Hyo Bae, curata da Antonio Calbi, incentrata sull’identità, un luogo i cui confini il più delle volte dobbiamo ancora addomesticare, senza prendersi troppo sul serio.
Chan-Hyo Bae, immigrato a Londra, si traveste da donna con costumi d’epoca di un’aristocrazia del XIII/XIX secolo inglese scuotendo ad uno ad uno tutti i sacri templi: del potere, della razza, della nascita e della distinzione sociale.
La bellezza non domata diventa un patchwork di citazioni “rattoppate”, appunto come il fantastico sarto di Carlyle, che assegna il nome a questa mostra. Un lavoro estetico ed ironico che nasconde profondità e tematiche forti, sussurrate e nascoste dietro il trucco dei perfetti set che l’artista ricrea per i suoi scatti.
Redazione
26 Settembre 2015