Mobilitazione da tutto il mondo per promuovere la candidatura di Civita di Bagnoregio, la “La città che muore”, affinché sia tutelata e salvata e diventi un altro simbolo del Made in Italy. “Abbiamo raccolto già 20 mila adesioni da tutto il mondo e di questi 130 sono grandi ambasciatori che si impegnano a promuovere la candidatura di Civita di Bagnoregio a patrimonio dell’Unesco“, ha detto il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, nella serata-evento dedicata all’appello “per salvare Civita di Bagnoregio e la Valle dei Calanchi“.
L’antico borgo è fortemente a rischio per la progressiva erosione della collina e della suggestiva vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi e che continua ancora oggi, rischiando di far scomparire la frazione.
Civita è una frazione del comune di Bagnoregio (Viterbo), uno dei borghi più belli d’Italia. Abitata appena da una decina di persone, è situata in posizione isolata ed è raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965, che può essere percorso soltanto a piedi.
Venne fondata 2500 anni fa dagli Etruschi e sorge su una delle più antiche vie d’Italia, congiungente il Tevere (allora grande via di navigazione dell’Italia Centrale) e il lago di Bolsena. Del periodo etrusco rimangono molte testimonianze: di particolare suggestione è il cosiddetto “Bucaione”, un profondo tunnel che incide la parte più bassa dell’abitato, e che permette l’accesso, direttamente dal paese, alla Valle dei Calanchi. In passato erano inoltre visibili molte tombe a camera, scavate alla base della rupe di Civita e delle altre pareti di tufo limitrofe che purtroppo furono in gran parte fagocitate, nei secoli, dalle innumerevoli frane.
Del resto, già gli stessi Etruschi dovettero far fronte ai problemi di sismicità e di instabilità dell’area, che nel 280 a.C. si concretarono in scosse telluriche e smottamenti. All’arrivo dei romani, nel 265 a.C., furono riprese le imponenti opere di canalizzazione delle acque piovane e di contenimento dei torrenti avviate dagli etruschi.
Per la sua posizione geografica suggestiva e il suo impianto medievale è ogni anno meta di numerosi turisti ed è stata diverse volte utilizzata come set cinematografico. Dal 2013 l’accesso al Borgo di Civita di Bagnoregio prevede un modesto contributo di €1,50.
“Civita è la testa d’ariete dell’unicità del nostro patrimonio, simbolo di un’Italia possibile”, ha sottolineato Zingaretti, “dopo l’estate promuoveremo una raccolta fondi a livello internazionale per sostenere la tutela dell’atmosfera magica di Civita. Intanto abbiamo già stanziato oltre 800 mila euro per la frana che i primi di maggio ha colpito parte dell’unica via di accesso a Civita. Ma occorre fare un salto di scala, per avere consapevolezza che esiste un patrimonio da salvare”. Il governatore del Lazio ha annunciato l’intenzione di “utilizzare la cittadina come hub di promozione culturale della modernità”.
Tra i firmatari dell’appello presenti alla serata-evento, anche il regista Giuseppe Tornatore: “Civita è di tutti, va salvaguardata e fatta conoscere. Questo progetto sta a cuore a tutti coloro che amano la città. Siamo pronti a fare la nostra parte: c’è ansia per il futuro di Civita“.
E poi una confessione del premio Oscar: ”Il primo giorno che sono stato qui ho acquistato la casa, dove abito da più di 20 anni, perché più che un amore, fu una folgorazione. Ho imparato a conoscere anche gli aspetti che ci mettono un po’ più di ansia sul futuro del borgo. Questo progetto di cui ci parla Zingaretti e il sindaco di Bagnoregio, Francesco Bigiotti, ci sta a cuore: tutti noi che amiamo Civita siamo pronti a fare la nostra parte perché vada in porto. È un progetto giusto che serve non solo a salvaguardare ma anche a far conoscere Civita perché Civita deve essere di tutti, non soltanto di coloro che hanno avuto il privilegio di viverla a stretto contatto”,ha concluso il regista.
Secondo Zingaretti, “è stato geniale arricchire il ponte d’accesso al borgo di una installazione contemporanea”, ha detto ancora Zingaretti riferendosi all’installazione ‘Ponte a Sonagli’, realizzato dall’artista Bruna Esposito. “È un esempio di ricchezza che si può produrre quando il cuore e l’anima non si impigriscono nella consapevolezza che siamo il paese più bello del mondo”.
di Patrizia Marin
20 Giugno 2015