La Scala ritorna in scena all’autorevole Teatro Bolšoj di Mosca. Non è una novità, ma ogni volta è una piacevole sorpresa e un enorme successo. Così il prossimo settembre il leggendario teatro milanese arriverà a Mosca in tournée. Ma una prima assoluta è sicuramente il coinvolgimento nell’iniziativa degli storici magazzini “Gum”, affacciati sulla Piazza Rossa e ormai da molti anni mecca dello shopping di lusso nella capitale russa.
La tournée a partire dal 10 settembre prevede un ricchissimo programma verdiano con tre messe in scena dell’opera “Simon Boccanegra”, con la direzione del maestro Myung-Whun Chung; due esecuzioni della “Messa da Requiem” e un concerto sinfonico, con la direzione del maestro Riccardo Chailly. E una piccola grande novità: i biglietti si potranno comprare nelle nuove casse del Teatro Bolšoj presso i Grandi magazzini russi.
A presentare il programma a Mosca è stato Alexander Pereira, sovrintendente del Teatro milanese, accolto al “Gum” dal padrone di casa, Mikhail Kuznirovich, in una delle sale più belle dei magazzini che restano un fiore all’occhiello non solo commerciale, ma anche culturale. Come ha dichiarato Vladimir Urin, direttore generale del Teatro Bolšoj, “bisogna dire grazie a Kuznirovich e ai magazzini perché hanno permesso il tour del teatro alla Scala a Mosca. Oggi non è semplice: sono soldi e in questi giorni di crisi non è facile. Quindi prima di tutto grazie”.
Il “Gum” non è semplicemente lo sponsor generale del tour. Kuznirovich, magnate vicino al Cremlino (complesso governativo che è dirimpettaio sulla Piazza Rossa), ma anche forte promotore del Made in Italy in Russia: ha una storia che scorre in parallelo con il teatro Bolšoj, sin da quando il “Gum”, ai tempi degli zar si chiamava “Verkhnie targovie rjadi” (sino al 1920).
Peraltro Kuznirovich nel corso della presentazione non ha lesinato un colpo di scena mostrando pubblicamente, lui magnate, un badge di quando era poco più che studente e per arrotondare faceva le pulizie proprio al Bolšoj: “Sono stato ‘dvornik’ (bidello – ndr) del teatro Bolšoj”, ha dichiarato, lasciando sbalordita la platea.
Entusiasta dell’iniziativa il sovrintendente Pereira: “La Scala è felicissima. Sarà per noi una grandissima festa: io sono un piccolo austriaco che quando aveva 8 anni conosceva solo 2 teatri: La Scala e il Bolšoj”, ha dichiarato per poi promettere che “nel 2018 il Bolšoj verrà alla Scala con la sua compagnia di ballo”.
Altrettanto entusiasta anche Cesare Maria Ragaglini, ambasciatore italiano a Mosca, secondo il quale il “pubblico del Bolšoj, un po’ viziato dal punto di vista culturale, non potrà non apprezzare il programma scaligero. Naturalmente La Scala non farà eccezione”, ha dichiarato. Secondo il capo della missione diplomatica italiana le relazioni tra il Teatro alla Scala e il Teatro Bolšoj sono state un asse portante fin dal 1964, anno della storica tournée del Teatro alla Scala, il primo grande teatro occidentale a venire in Unione Sovietica in piena guerra fredda. Si trattò, con la messa in scena di ben cinque opere diverse (“Turandot”, “Lucia di Lammermoor”, “Il Trovatore”, “Il Barbiere di Siviglia”, “La Boheme”), di una grandissima storia di diplomazia culturale e anche il segnale che si stava superando il periodo di contrapposizione più aspra tra Est e Ovest.
Due mesi dopo, infatti, nell’autunno dello stesso anno, il Bolšoj ricambiò la visita a Milano realizzando altre cinque opere (“Boris Godunov”, “La Dama di Picche”, “Guerra e Pace”, “Il Principe Igor”, “Sadko”). Da allora nell’arco di cinquant’anni la collaborazione tra questi due prestigiosi teatri, rilanciata più recentemente dal Protocollo di scambio culturale siglato nel 2006, ha già prodotto otto tournée della Scala a Mosca e sette tournée del Bolšoj a Milano con numerosi spettacoli d’opera e di balletto.
di Valentino Vilone
24 Maggio 2016