Un Crocifisso di Donatello riemerge dal restauro e, per la prima volta, ara esposto al pubblico. L’eccezionale opera d’arte è stata recuperata di recente dopo un accorto e paziente restauro, che ne ha accertato l’autografia. Non solo. Il capolavoro risalente al ‘400 sarà affiancato da altri due crocifissi del grande maestro fiorentino in una mostra allestita al Museo Diocesano di Padova dal 27 marzo al 26 luglio, intitolata “Donatello svelato. Capolavori a confronto. Il crocifisso della chiesa dei Servi a Padova, della Basilica del Santo e di Santa Croce a Firenze”.
L’esposizione padovana rappresenta una rara occasione per ammirare una nuova ‘scoperta’ degli storici dell’arte, ma anche per il approfondire il percorso compiuto da Donatello dagli anni giovanili alla piena maturità. Ovviamente le scena sarà tutta per il Crocifisso dell’ antica chiesa padovana di Santa Maria dei Servi, restaurato nei mesi scorsi per la decisione di Ugo Soragni, direttore regionale dei Beni culturali e paesaggistici del veneto, che ha affidato l’intervento di restauro alla Soprintendenza di Venezia, Belluno, Padova e Treviso.
Nel laboratorio di Udine, la scultura che per uno spesso strato di ridipinture sembrava un bronzo, sotto le mani esperte dei restauratori Angelo Pizzolongo e Catia Michielan si è invece presto rivelata essere un’opera lignea dalla straordinaria finezza nell’intaglio e nella cromia.
In realtà, questo Crocifisso di grandi dimensioni era già stato attribuito a Donatello da Francesco Caglioti, dell’Università’ di Napoli, che alcuni anni fa, sulla scorta delle ricerche di Marco Ruffini, aveva restituito alla scultura la corretta paternità, attestata dalle fonti più antiche, ma ben presto dimenticata.
L’oblio del nome celebrato di Donatello, per quanto strana, era spiegata dagli studiosi con la particolare devozione di cui l’opera ha goduto nei secoli, soprattutto in seguito ai fatti miracolosi del 1512, quando l’immagine, in più occasioni, avrebbe sudato sangue dal volto e dal costato. Se in un primo momento l’attribuzione, argomentata da Caglioti su basi stilistiche, ha suscitato qualche perplessità e un atteggiamento di prudenza all’interno della comunità scientifica, oggi i risultati del restauro condotto dalla Soprintendenza veneziana nel laboratorio di Udine (con il finanziamento del Ministero) sembrano non lasciare dubbi.
La rimozione della spessa ridipintura ha infatti rivelato la qualità originaria della scultura lignea, restituendo a Padova un capolavoro che va ad aggiungersi alle altre opere che Donatello ha lasciato durante la sua permanenza nella città veneta (1443-1453), come la statua equestre del Gattamelata, l’altare e il Crocifisso bronzeo per la Basilica di Sant’Antonio.
La mostra, ospitata nel Salone dei Vescovi, riunirà per la prima volta tutti e tre i Crocifissi che Donatello produsse nel corso della sua vita: quello realizzato per la chiesa di Santa Croce in Firenze (1406-08), che fu oggetto di una celebre gara con l’antagonista Filippo Brunelleschi (raccontata da Giorgio Vasari nelle “Vite”), quello bronzeo della padovana Basilica di Sant’Antonio (1443-1449) e questo miracoloso dei Servi.
Tra l’altro, l’opera sarà accompagnata da un’esaustiva documentazione grazie alla quale il pubblico della mostra padovana potrà conoscere in modo dettagliato le varie fasi del restauro e le indagini tecniche che lo hanno preceduto e realizzate con il contributo dell’Opificio delle Pietre Dure, di Firenze, e dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, di Torino.
Terminata l’esposizione al Museo Diocesano, il crocifisso ligneo tornerà ad essere oggetto di devozione da parte dei fedeli e sarà collocato nuovamente sull’altare dedicatogli nella chiesa dei Servi.
di Alexandra Rufini
3 Febbraio 2015