Un’Italia poco conosciuta da valorizzare a livello mondiale. Dopo che Matera è stata designata a ricoprire l’ambito ruolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019, il nostro Paese candida Bergamo e le fortificazioni veneziane per il 2016. La Commissione nazionale UNESCO ha dato il via libera alla candidatura italiana dei “Sistemi di difesa veneziani tra il XV e il XVII secolo”, che vede Bergamo come Comune capofila.
“C’è grande soddisfazione per la decisione della Commissione, che ha deciso di validare la candidatura che vede Bergamo comune capofila di un progetto che comprende tre diverse Regioni italiane e tre diversi paesi, ossia Italia, Croazia e Montenegro”, ha sottolineato Giorgio Gori, sindaco di Bergamo.
Il tre sembra essere numero significativo della candidatura, soprattutto se si considera che ha interessato tre diverse amministrazioni, quella di Roberto Bruni, che ebbe l’intuizione con Gianni Carullo di candidare Bergamo in un progetto transnazionale, di Franco Tentorio, che proseguì il percorso in modo convinto, e infine quella di Giorgio Gori, durante la quale sono stati redatti i documenti che saranno inviati a Parigi e siglati il prossimo 27 gennaio dagli ambasciatori delle nazioni coinvolte. Saranno poi necessari 12/18 mesi all’Unesco per il pronunciamento definitivo.
“Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto”, ha aggiunto Gori, “un’iniziativa ambiziosa e complessa, ma che ha fatto scattare attorno a sé quell’elemento partecipativo che è mancato in altre occasioni. La decisione della Commissione è stata unanime: forse è stato proprio il carattere internazionale del progetto l’aspetto decisivo per questo importante riconoscimento e che ha visto prevalere i sistemi di difesa veneziani sulla candidatura di Ivrea. Mi piace molto pensare che una fortificazione che doveva servire a chiudere la nostra città adesso sia divenuta un ponte per unirla a nazioni diverse”.
Gli ha fatto eco Luciana Frosio Roncalli, presidente dell’Associazione Terre di San Marco, l’ente pensato proprio per sostenere la candidatura: “Siamo molto felici per questo traguardo importante al quale siamo arrivati tra mille fatiche e anche momenti di sconforto, ad esempio quando le città di Grecia e Cipro abbandonarono il progetto qualche anno fa. Vorrei però sottolineare quanto i Comuni italiani abbiano saputo fare squadra, abbiano continuato a sostenere la candidatura e non si sono arresi davanti alle difficoltà”.
“Un successo per Palmanova, per tutta la Regione Friuli Venezia Giulia e per un progetto internazionale di grande valore culturale e turistico”, ha commentato Debora Serracchiani, presidente della regione dell’estremo Nord Est alla notizia che il sito seriale “Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo” rappresenterà l’Italia a Parigi davanti alla commissione internazionale UNESCO. Ed ha ricordato che “il riconoscimento è frutto di una grande sinergia fra istituzioni, a partire dai Comuni candidati, con in prima fila il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e della friulana Palmanova, Francesco Martines. Il Friuli Venezia Giulia è orgoglioso di aver contribuito mettendo in campo le sue ottime relazioni internazionali con la Croazia e con il Montenegro, quando l’iter del progetto è sembrato rallentare”.
Palmanova è famosa per essere una città fortezza, pianificata dai veneziani nel 1593, e per questo è chiamata la “città stellata” per la sua pianta poligonale a stella con 9 punte. Dal 1960 è monumento nazionale.
“Ringrazio il Ministero per aver colto l’importanza della candidatura Unesco, che è coerente con l’impegno già dimostrato con lo stanziamento delle risorse per il restauro delle mura della Città Stellata. È un’opportunità’ straordinaria per la valorizzazione di un sito regionale unico e per contribuire a un’iniziativa che dopo secoli ricongiunge città, terre e Stati che sono rimasti a lungo separati dalla storia”, ha concluso la governatrice Serrachiani.
di Eleonora Albertoni
23 Gennaio 2016