Ma le uova di dinosauro quanto erano grandi? La risposta viene dalla esposizione scientifica ma anche didattica “Uova… dai dinosauri in poi”, allestita nel Centro didattico naturalistico della Regione Friuli Venezia Giulia sull’altipiano carsico, a Basovizza (Trieste) e appena inaugurata. La mostra è stata promossa dalla Cooperativa Gemina, in collaborazione al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, per approfondire le caratteristiche dell’uovo come grande e complessa cellula animale a partire dal tempo dei dinosauri.
L’uovo è una struttura complessa, una tappa miliare che ha scandito l’evolversi della vita sul nostro pianeta, consentendo la colonizzazione degli ambienti terrestri da parte dei primi vertebrati. “La curiosità è quella di cercare di capire come mai dinosauri lunghi anche 30 metri deponessero uova non più grandi di quelle di uno struzzo”, ha spiegato il paleontologo Flavio Bacchia, della Cooperativa Gemina.
La mostra è propedeutica a quella dedicata alle uova dei dinosauri che sarà aperta a Pasqua nel sito paleontologico del Villaggio del Pescatore, a Duino (Trieste). Gemina, che gestisce il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore, ha fornito i fossili di dinosauro e le uova, compresa la replica (un calco in scala 1 a 1) dell’uovo dell’uccello elefante, che a tutt’oggi, con i suoi 8,5 litri di volume, rimane il più grande mai deposto da un essere vivente e rappresenta anche la più grande cellula animale mai esistita.
“L’uccello elefante”, ha raccontato il paleontologo, “viveva nel Madagascar e si è estinto circa 2000 anni fa, dopo che l’uomo arrivò sull’isola, dato che con la sua mole rappresentava una grande provvista di carne. Le sue uova avevano una lunghezza di 36 centimetri e quasi un metro di circonferenza”.
Mentre il più grande uovo di dinosauro era sì lungo 45 centimetri, ma era stretto e allungato e, quindi, nel complesso non raggiungeva le dimensioni di quelle dell’uccello elefante che, sia ben chiaro, non è un dinosauro.
“Le uova dell’uccello elefante”, ha proseguito il paleontologo, “hanno dato origine alla leggenda dell’uccello Roc, che è l’uccello gigante di cui si parla nelle storie di Sinbad il marinaio, contenute in ‘Le mille e una notte’. I marinai arabi sbarcati sulle coste del Madagascar vedevano queste uova gigantesche e, avendo conoscenza e dimestichezza con rapaci e falconeria, le paragonavano con quelle dell’aquila, facendo una debita proporzione. Il risultato è che l’uovo avrebbe dovuto essere di un’aquila con apertura alare di 20 metri”.
A Basovizza, ha assicurato Bacchia, tutto questo viene raccontato, con particolare attenzione nei confronti dei bambini. Il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste si è invece occupato di fornire le uova di rettili e uccelli viventi, tra le quali quelle dell’attuale struzzo, che è l’uovo esistente più grande. Ma ci sono anche uova di cigno australiano, dell’uccello del Paradiso, di tartarughe e di tante altre specie.
“Tutti conosciamo l’uovo di gallina”, ha osservato il direttore del Museo Nicola Bressi, “ma non quelle di specie banali come il merlo o l’usignolo. Non è che le uova di per sé siano bianche, ce ne sono di colorate e di maculate per mimetizzarsi”. Anche Bressi considera quella appena aperta un’esposizione propedeutica, un piccolo prologo a quella che sarà allestita a Trieste in una sala del Museo Civico di Storia Naturale nel prossimo futuro, dedicata alle origini della vita. “Nella sala”, ha anticipato il direttore, “ci saranno, contestualizzati, gli embrioni umani in formaldeide (reperti molto discussi e controversi in dotazione al Museo, ndr), e poi dalle uova di uccelli ai semi delle piante”.
Durante le tre giornate di apertura straordinaria, a Basovizza verranno effettuate visite guidate, dedicate anche ai più piccoli. La mostra rimarrà al Centro didattico fino alla fine di febbraio 2015. Il Centro didattico di Basovizza è stato realizzato ed è gestito dal Corpo Forestale Regionale. Al suo interno sono state allestite delle esposizioni naturalistiche che permettono di scoprire la natura, la storia e la cultura del Carso, dei boschi e le grandi tematiche ambientali della Terra.
Orari: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì dalle 9 alle 13. Martedì dalle 14 alle 18, prima domenica del mese dalle 9 alle 17. Ingresso gratuito. Tel: 040 3773677; e-mail: cdn@regione.fvg.it.
di Patrizia Tonin
4 Gennaio 2015