Torna Marco Polo e sopratutto torna la leggendaria “Via della Seta”, proiettandosi come nuova in un futuro a cui crede per primo il Governo di Pechino che intende rilanciarla. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha appena inaugurato nella Galleria di Alessandro VII del Palazzo del Quirinale la mostra “Dall’antica alla nuova Via della Seta”, che illustra la storia millenaria dei rapporti tra la Cina e l’Occidente ed in particolare l’Italia. Mattarella ha posto l’accento sul ruolo che la Cina e l’Italia hanno nella costruzione di un mondo dove deve prevalere lo spirito di dialogo e di collaborazione in tutti i campi.
L’esposizione è stata illustrata dal prof. Louis Godart, consulente del presidente della Repubblica in materia di iniziative e eventi culturali ed espositivi, nella sua veste di curatore della mostra, realizzata in collaborazione con David Gosset, fondatore del “Forum Europa-Cina” e dell’iniziativa sulla “nuova Via della Seta”, e Maurizio Scarpari, sinologo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Università Kore di Enna.
La rassegna si articola in diverse sezioni che espongono ben 80 capolavori antichi provenienti dalle più importanti istituzioni museali europee e italiane, tra cui il British Museum, il Musée du Louvre, il Musée Cernuschi e Guimet di Parigi, il Museo di Berlino, il Museo di Lione, il Museo d’Arte Orientale di Torino, il Museo delle Civiltà / Museo d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” di Roma, la Biblioteca Nazionale Centrale e il Museo del Bargello di Firenze, il Museo del Tesoro di San Domenico di Perugia, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, i Musei Vaticani. Nella Galleria di Alessandro VII del Palazzo del Quirinale sono inoltre presenti pure una ventina di opere moderne provenienti dalla Cina e realizzate da grandi artisti cinesi contemporanei.
Lungo l’antica “Via della Seta”, che attraversava il vasto continente euroasiatico, l’Oriente e l’Occidente, sono entrati in contatto e si sono arricchiti con lo scambio di merci, tecniche e informazioni di ogni genere. Missionari di varie fedi, Cristiani, Confuciani e Buddhisti, seguendo le piste della “Via della Seta”, si sono conosciuti, hanno dialogato e contribuito a diffondere un clima di tolleranza cha ha scavalcato le frontiere incerte degli Stati e aiutato i popoli a crescere. Tra gli uomini che hanno affrontato il lungo viaggio dall’Italia alla Cina, anche Marco Polo e i gesuiti Matteo Ricci e Martino Martini hanno avvicinato i due popoli e il loro ricordo è ancora vivo nel cuore dei cinesi di oggi.
“Die Seidenstrasse”, “La Via della Seta”, il termine entrato nell’immaginario collettivo, è stato coniato nel 1877 dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen. Alla fine degli anni ’80 l’UNESCO, attenta a rilevare i rapporti interculturali, ha esaltato il concetto per mettere in evidenza i legami tra l’Estremo Oriente, in particolare la Cina, l’Asia Centrale e il mondo occidentale. Mercanti di diverse nazionalità, provenienti dai luoghi più disparati, si incontravano, soggiornando tanto nei centri maggiori quanto nelle remote oasi disseminate lungo la strada o in caravanserragli che si trovavano a un giorno di viaggio l’uno dall’altro, commerciando merci e raccogliendo informazioni essenziali per proseguire il viaggio con profitto e in sicurezza. A loro si accompagnavano ambasciatori, monaci, esploratori e avventurieri, realizzando così uno scambio continuo di beni e di conoscenze, venivano messe a confronto usanze, pratiche, idee e fedi religiose in un mondo che ai nostri occhi esso appare assai più tollerante e aperto di quello in cui viviamo oggi.
Oggi l’attenzione rivolta alle rotte commerciali che attraversano il gigantesco continente euroasiatico è aumentata da quando il Presidente cinese Xi Jinping ha illustrato il progetto avanzato dalla Repubblica Popolare Cinese di aprire una “Nuova Via della Seta” che collegherà l’antica città di Xian con Rotterdam e, attraverso molte diramazioni, con altre grandi città europee tra cui ovviamente Venezia.
Così è nata l’idea di realizzare questa mostra. Il progetto intende abbracciare nella sua complessità, ricchezza e spessore cronologico la storia dei rapporti tra l’Oriente e l’Europa. Gli oggetti presenti nella mostra testimoniano la varietà e la ricchezza degli scambi, l’abilità dei maestri artigiani nei vari ambiti della produzione delle sete, delle ceramiche, delle pietre e dei metalli preziosi e la perizia con cui i cartografi dell’antichità hanno rappresentato il mondo a loro noto, integrando le nuove conoscenze geografiche in un quadro sempre più ampio e complesso.
La mostra è visitabile dalle ore 10.00 alle 16.00 (ultimo ingresso ore 15.00) solo su prenotazione e secondo un particolare calendario che tiene conto del periodo festivo e che è disponibile con le modalità nominali di prenotazione consultabili nel sito: http://palazzo.quirinale.it/mostre/2016_cina/prenotamostra.html
di Alexandra Rufini
8 Dicembre 2016