L’antico Egitto al microscopio a Londra grazie anche al “made in Italy”.Come e perché gli antichi egiziani combinavano diverse forme e immagini, dando vita a un universo figurativo che attingeva a una concezione comune così fortemente radicata da renderlo tangibile nella cultura materiale? Che ruolo avevano quelle immagini? Cosa ci racconta ancora l’archeologia di quel mondo immaginato? Alcuni dei maggiori studiosi della civiltà dell’antico Egitto proveranno a rispondere a queste domande nel corso di una conferenza internazionale di egittologia patrocinata dall’Università di Pisa. L’appuntamento è a Londra, all’Institute of Archaeology dell’University College, da giovedì 18 a sabato 20 settembre.
Lo scopo del convegno è quello di ridisegnare l’immaginario dell’antico Egitto durante il Medio Regno (2000-1600 a.C.), popolato com’era da un vasto insieme di forme, idee, animali, essere ibridi, figure simboliche e oggetti: una “Compagnia di Immagini” appunto, da cui il titolo dell’ incontro.
Al summit non mancherà l’americano Josef Wegner, direttore della missione archeologica dell’Università della Pennsylvania ad Abido, che ha da poco scoperto le tombe dei re dimenticati della XIII dinastia.
Una parte della conferenza sarà inoltre dedicata esclusivamente a questa sensazionale scoperta.
E, ancora, tra i protagonisti del dibattito Stephen Quirke, Harco Willems, Ellen Morris, Wolfram Grajetzki, David Wengrow, Susan Allen.
L’Università di Pisa, che ha cofinanziato l’iniziativa in programma a Londra, è la sede di provenienza di due degli organizzatori: la prof. Marilina Betrò, docente di Egittologia, e il dott. Gianluca Miniaci che, dopo aver conseguito il dottorato a Pisa, con cui ancora collabora, ha continuato il percorso di ricercatore in Egittologia all’University College di Londra e al Petrie Museum of Egyptian Archaeology.
18 settembre 2014
di Alberto Ercoli